Comunicato Stampa
Press Release
Communique de Presse
Presse Aussendung

REPUBBLICA DI CIPRO

'CONFINI POROSI'

APERTURA AL PUBBLICO: 10 settembre - 19 novembre 2006  - ORARIO: 10.00 – 19.00

SEDE: Libreria Mondadori, San Marco 1345 - Venezia

Commissario: Petros Dymiotis - Servizio per la cultura del Ministero per l'istruzione e la cultura.

Commissario aggiunto: Stavroulla Andreu.

Curatori: Morpho Papanikolaou e Irena Sakellaridou.

Co-curatore: Memos Philippides.

Espositori: M. Christodoulides, Chr. Christodoulou e E.Bozatli | Chr. Chrysanthou | M. Danou e S. Floridou | Epi tessera Architects (G. Georgiou, G. Paroutis, E. Parouti, M. Charalambidou) | Chr. Hadjichristou, D. Ioannides | Y. Hadjichristou, P. Konstantinou e V. Antoniou | E. Papachristou e D. Irwin | Gr. Patsalosavvis | P. Philippou, A. Antoniou e A. Swiny | S. Stratis e M. Loizidou (www.porousborders.org).

Co- organizzazione:Associazione degli Architetti di Cipro e Associazione degli Architetti della CCEAA.

Coordinazione e Ufficio stampa a Venezia:Arte Communications.

La 10° Biennale di Architettura diretta da Richard Burdett approfondisce le interazioni tra città, architettura e società. La mostra si propone di evidenziare la ricchezza e la varietà della convenzione urbana attraverso la presentazione di progetti che studiano gli aspetti socioeconomici più vasti dell'interazione tra architettura e società. Essa offre nel contempo alle partecipazioni nazionali la possibilità di esporre la complessità e la diversità delle rispettive specificità urbane.

La partecipazione di Cipro a questa 10° Biennale intende richiamare l'attenzione sulla situazione della terra di nessuno nella città di Nicosia compresa all'interno del centro storico della città, nella parte dentro le mura. Dieci gruppi di architetti sono stati invitati a presentare i loro progetti, che suggeriscono un metodo aperto e sperimentale di esplorazione della natura del confine e della terra di nessuno, nonché una possibilità del suo superamento tramite progetti architettonici che ne ripristino la porosità.

Questa proposta studia lo spazio intermedio e le sue interfaccia, interrogandosi sulla capacità dell'architettura di interpretare la qualità duplice e ambivalente di questo territorio, enfatizzando la sua unicità come realtà urbana, unico punto della geografia mondiale in grado di offrire questo tipo di esperienza.

La linea verde di Nicosia (la zona morta).

Un labirinto, una struttura spaziale differente si rivela per interagire attraverso la sua storia. I soldati perforano i muri per penetrare da un  edificio all' altro, svelando spazi, cortili, vicoli ciechi, facciate di case sbarrate. Percorsi paralleli, storie parallele. Condensazione e espansibilità tra i passaggi. I limiti tra spazi interni ed esterni, tra pubblico e privato si ribaltano. Nuovi passaggi si svelano, per condurre in edifici e spazi distinti, sovvertendo l'esistente. Se è pubblico lo spazio da condividere con gli altri per consentirne la presenza, lo spazio della zona morta si rivela pubblico e privato al tempo stesso. Quello consolidatosi come pubblico è zona proibita, quello privato diviene pubblico. Non appartiene a nessuno. É di tutti ma interdetto a tutti. Un labirinto, una nuova struttura spaziale che, sovvertendo e penetrando quella esistente, allude alla propria permeabilità e porosità.  

La zona morta, una “piega” di materia, spazio e tempo, crea una terra deserta. Come si può penetrare un confine? E quale sarebbe l'effetto di un possibile annullamento del divieto? La dinamica cittadina si precipiterebbe ad accaparrarsi lo spazio? Come può l'architettura catturare l'atmosfera, il silenzio e i suoni che attraversano lo spazio? Può l'architettura rileggere le strutture spaziali sovrapposte e dare una risposta prima che la città le inglobi? Può l'architettura rivelare il nascosto, portare alla luce l'oscurità, inventare meccanismi e forme di connessione tra le molteplici contraddizioni: ieri / domani, due comunità, presenza / assenza, città luogo pragmatico / città luogo di memoria, soggettivo / oggettivo.

É stato chiesto a dieci architetti o gruppi di architetti e ad un artista la lettura del luogo e la sua interpretazione tramite i loro progetti. L'approccio si snoda secondo due linee di lettura congiunte: l'interpretazione della natura complessa del “non luogo”, la zona morta, e la proposta /  sperimentazione di farne un luogo reale. Si chiede di indagare o di riattivare la porosità e l'interfaccia tra spazio reale e spazio percettivo, tra città vivente e città morta.

La memoria del luogo; l'osmosi tra pubblico e privato; la lettura della complessità della struttura spaziale; le peculiarità del luogo inesistente: un luogo pubblico, eppure di nessuno, un luogo di natura porosa, con segni di instabilità e mutabilità nel tempo, luogo fatto di superfici e volumi, ordito di materia e luce, ombre e suoni, memorie e miti, tensioni e pause, percorsi e fughe senza vie d'uscita; elementi e concetti comuni, temi che uniscono o dividono (le due comunità, le attività, la quotidianità, il tessuto urbano) possono diventare, tra altri, i temi da esplorare.

Testo a cura di

Morpho Papanikolaou

Irena Sakellaridou

Memos Filippidis

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