Romania - Martin-Emilian Balint

Anziché scolpire la pietra o modellare il bronzo, Martin-Emilian Balint, fotografo, scultore e videomaker, modella le emozioni del visitatore. Le sue installazioni, spesso realizzate in carta e basate sulla ripetizione di una moltitudine di elementi uguali, sono divenute in tempi recenti sempre più vaste e spettacolari, e orientate a creare un mood di incanto e di festa singolare nel panorama dell’arte contemporanea.

Ancora studente all’Accademia di Belle Arti di Venezia, Balint si è rivelato al pubblico partecipando ad Atelier Aperti, evento collaterale della Biennale Arte 2005, con un’installazione composta di circa tremila uccellini origami di carta bianca. Il 2008 è l’anno di Anti-Lulling Field, campo di 1.300 papaveri in plastica presentato alla mostra CREAM On Madness all’Isola di San Servolo, nell’ambito di OPEN 11. Del 2009 sono invece i 300 asteroidi in carta rossa dell’opera Sun Being alla Fornace di Asolo, il cui obiettivo era far sentire il visitatore come un astro, al centro di un sistema solare che ruota intorno a lui, governato da un’armonia matematica.

Sweet Suite del 2011, composta da 15.000 uccellini di carta dorata, ha costituito il fulcro della mostra Bride nella fortezza medievale di Larnaca a Cipro.

Sempre nel 2011, per la Biblioteca e Galleria d’Arte Contemporanea della città di Preganziol presso Treviso, Balint ha realizzato l’installazione Abbracci, 17.000 figurette grandi e piccole (corrispondenti al numero di abitanti della città) rappresentate nel gesto universale che esprime affetto e accoglienza.

I visitatori potevano ritirare all’ingresso una o più figurine e collocarle con le proprie mani nel corteo che si snodava nelle sale, oppure portarle a casa, donarle o spedirle a conoscenti e amici, in modo che la festa potesse continuare e diffondersi oltre la serata inaugurale.

Una delegazione di Abbracci, collocata in un contenitore appositamente realizzato, fa lievitare questo momento di festa, estendendo ai visitatori di OPEN 14 l’esperienza di questa incantevole installazione.

 

 

Testo a cura di
Gloria Vallese