OPENASIA
Fonte: Il Gazzettino

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Un "I love you" ripetuto all'infi­nito, con il solo movimento del­le labbra accompagnato da una torcia, su un megaschermo col­locato sulla terrazza darsena dell'Hotel Excelsior. Dopo aver fatto scalpore portando al Lido due anni fa cento bare da cui spuntava un ulivo, segno di ri­nascita, Yoko Ono ha scelto an­cora una volta Venezia per lan­ciare in prima mondiale un messaggio d'amore universale. L'opera - cioè il filmato, accom­pagnato da migliaia di manife­sti sparsi in città con lo stesso fotogramma - si chiama "Ono-chord" ed è il fiore all'occhiello di "Openasia 2004", la settima esposizione internazionale di sculture e installazioni che si terrà a Venezia, parallelamen­te alla 61.ma Mostra del cine­ma, dal primo settembre al 10 ottobre.
Ideato e curato da Paolo De Grandis e organizzato da Arte Communications, l'evento por­terà al Lido i fenomeni più interessanti del panorama asiati­co internazionale, esplorando nuove forme di conoscenza e cultura che si svilupperanno lungo la promenade, le piazze, gli spazi all'aperto, il comples­so Blue Moon e i principali al­berghi, come l'Excelsior, il Des Bains, l'Hungaria Palace e l'Hotel Le Boulevard. Declinando le diverse forme della scultura, della video art, dell'installazione, "Openasia" proporrà le opere di 43 artisti provenienti da 23 nazioni, in­clusi otto progetti speciali.
Accanto a "Onochord" di Yo­ko Ono spicca la realizzazione, per la prima volta in Europa, di un "Moai", uno dei tipici totem dell'Isola di Pasqua, per mano degli artisti Bene Tuki e Luciano Massari. La scultura, alta tre metri, verrà posta al centro del giardino intitolato "Ombeli­co del mondo": ad inaugurare il progetto, alla mezzanotte del primo settembre, sarà una per­formance sulla spiaggia di 14 danzatori Matatòa, originari di Rapa Nui, con l'intervento di Marco Nereo Roteili che dipin­gerà i loro corpi con liriche po­etiche. Tra le curiosità, la mi­rabolante "Poemobile Angeli­ca" del belga Alain Arias-Mis-son: una Fiat 500 interamente ricoperta di ISmila lampadine, in modo da creare un gioco di luce continuo, che sarà posizio­nata nel parco del'Hungaria. O ancora quella dell'israeliano Eti Haik-Naor, un enorme cubo di riso bollito che, man mano, si scioglierà e cambierà forma durante i giorni della mostra.
Tra i progetti speciali, c'è an­che quello a cura di Philippe Daverio - in collaborazione con Umberto Zampini - intitolato "Gli Etruschi in Oriente": una sorta di gemellaggio tra l'Oriente e l'antica Etruria at­traverso i lavori di quattro artisti italiani, Giovanni Ragusa, Raffaele Bueno, Maria Lola Bueno e Luca Gansser.
Spazio, ancora, alla Cina, con i tronchi in ceramica della città natale di Liu Jianhua o i cartel­loni pseudo-commerciali di Ye Hongxing disseminati sul lun­gomare. Ma anche «ai sapori e ai profumi del Ghana - spiega Paolo De Grandis - che si spri­gionano dal legno delle opere di Kofi Setordij, Samuel K.Oluo e Jopseh Kola Ogunsunlade o dagli oggetti casualmente rac­colti sulla costa, dipinti e uniti da Virginia Ryan a formare una cascata d'oro dalle pendaci di un albero». E ancora «dalle Isole Vergini arriveranno le sculture in bronzo dipinto di Cornelia Kubler Kavanagh e dal Marocco la policromia del metallo nell'opera di Fathiya TaHiri».
"Openasia" sarà accompa­gnato dalla quarta edizione del Premio Open, premio speciale collaterale alla mostra del cine­ma, che consiste in un'opera ideata dall'artista Mimmo Ro­tella.