Nel Fondaco dell'arte tra moda e rock
Fonte: VENEWS

Uno spazio di archeologia industriale nel cuore di Venezia, in pieno Canal Grande zona Sant'Angelo, recuperato mantenendo la cifra architettonica originaria utilizzato, udite udite, non per delle mostre, ma, per una volta almeno, per un evento che mescola rock, moda e arte. Quasi fossimo a Milano, a Londra, a Parigi. Sogno o son desto? Ebbene sì, è successo, al Fondaco Marcello, seicentesco magazzino delle sete preso felicemente in gestione da Arte Communications di Paolo De Grandis, il quale, dopo aver curato e ospitato il padiglione di Hong Kong della Biennale Arte, ci ha messo un attimo ad intuire le prevedibili potenzialità eclettiche dello spazio, accogliendo di buon grado l'idea di presentare una nuova collezione di una casa di moda giovane e innovativa.

 

Parliamo di Malìparmi, brand patavino, che ha presentato la parte più di tendenza della collezione autunno-inverno 2007, caratterizzata da un gusto minimalista dalle tonalità però calde, mai distanti, con un utilizzo intrigante di geometrie astratte, e però accessibili, con una certa immediatezza luminosa. Uno stile ironico e informale, con quegli azzecatissimi abbinamenti tra abito e grandi borse a tracolla coloratissime, tra pantaloni di pelle invecchiata e mocassini con fibbie variopinte, oppure squarciando un completo nero con una camicia rigorosa e però turchese. Il tutto modulato sulle affascinanti e purissime linee del design nordico sempre più in voga, con un arco di rimandi tra passato e presente, con uno sguardo ad Alvar Aalto e un altro alle suggestioni del gruppo olandese Droog Design. Con un pensiero vivo all'arte contemporanea, con un'idea della moda che unisce puro piacere estetico a un concetto più elevato del figurativo. È raro però costruire una sintesi tra l'elaborazione alta del gusto fondata su spessi richiami artistici e al contempo l'accessibilità, una certa, ripeto, immediatezza e semplicità dell'indumento. Complimenti a Silvia Risconti, quindi, stilista nonché direttrice artistica della casa che ha firmato la collezione.

A suggellare questa felice equazione i contenuti artistici che hanno acceso la serata, ossia il minimali-smo estremo e gelido della videoarte di Daniele Pignatelli, che ha presentato uno straniante corto sul viaggio verso Nord di una goccia che progressivamente si ghiaccia, e invece il liricissimo folk-pop in versione un-plugged una delle autrici emergenti dell'indie rock internazionale, Polly Paulusma, inglese che però in verità si rifà alle più classiche roc-keuse acustiche d'oltreoceano, da Joni Mitchell a Beth Orton, da Suzanne Vega a Fiona Apple. Una che si è permessa il lusso di aprire alcuni concerti del "never ending tour" di sua maestà Bob Dylan. Gran cerimoniere della serata il mitico, per noi cresciuti negli anni '80, Clive, indimenticabile vee jay di Videomusic, uno che la new wave l'ha fatta davvero conoscere, con la prima cascata di clip senza soluzione di continuità. Insomma, una botta di vita contemporanea che manca come l'aria nella noiosissima Serenissima, con una resa scenica senza pari, bastava guardare le facce dei fumatori sulla passerella di legno in pieno Canal Grande e la stessa emozionantissima Polly, estasiata dall'incanto. A dimostrazione che non ci vuole niente per costruire serate vive e contemporanee in una città che

davvero è baciata dalla fortuna e le gira le spalle. Basta cercare fuori, cercare oltre, e il gioco è fatto. Certo, ci vuole che qualcuno da dentro abbia ancora voglia di credere in un futuro normale di questo luogo perennemente emergenziale. E allora complimenti ad Arte Communications. La strada è giusta, go on...

 

Massimo Bran