lee sun don
CINA - LEE SUN-DON

 

 

L’arte:  il campo del togliere

Lee Sun-Don non è soltanto un pittore nato a Taiwan, ma anche scrittore, compositore di musica classica, pianista autodidatta e giocatore di scacchi professionista. Dunque è un uomo ed un artista totale, che pratica l’estetica del risveglio attraverso un’arte capace di sviluppare l’illuminazione spirituale dello spettatore e massaggiare il muscolo atrofizzato della contemplazione collettiva, riscattando la società da un’idea di bellezza puramente spettacolare. La sua arte tende ad allargare le proprie matrici e a includere Balla, Kandinskij, Klee, Arp, Mirò, Matisse. II dato fondamentale e costante della pittura di Lee Sun-Don è la conformazione bidimensionale dello spazio, lo sbarramento di ogni profondità prospettica e nello stesso tempo una mancanza di spessore materico. Lo spazio bidimensionale porta la pittura in uno stato di pura visibilità, in una condizione lampante e specifica, regolata da norme tutte poggianti sul dato ottico percettivo, senza sprofondamenti illusivi o anche rimandi esterni all'immagine. Lee Sun-Don asseconda dunque la mobile nozione di campo, azzerando la profondità spaziale e portando il linguaggio adoperato nella condizione proliferante di uno stato organico, dove il segno si attorciglia, si snoda, si sposta fuori da ogni paralizzante geometria. Ora non esiste il vicino e il lontano, il fondo e il primo piano ma una compenetrazione simultanea dell'insieme. L'azzeramento avviene attraverso l'introduzione di un colore, il nero, che permette allo spazio di presentarsi secondo i caratteri dell'uniformità. Togliere significa anche memorizzare e accumulare l'idea di uno spessore sottratto alla superficie. Perché la pittura ha necessariamente il carattere di uno splendente superficialismo, che non significa superficialità, bensì accettare il carattere specifico e strutturale della pittura che, per definizione storica e spirito laico, tende a superare l'illusionismo prospettico. La cultura orientale che abita il segno di Lee Sun-Don permette all'immagine di trasmettere un senso vitale e nello stesso tempo l'idea di una sua misura concreta. Una sorta di sostanza astrattoconcreta regge l'intera composizione che non è mai metaforica ma sempre sostenuta da una interna autonomia. In definitiva l'opera di Lee Sun-Don è all'incrocio di molte poetiche e trova la propria cifra originale in un linguaggio che non si lascia catturare dal suo assetto formale. La forma è la soglia attraverso cui l'immaginario declina le proprie attitudini. Nel suo caso la pittura è lo strumento che regola un universo linguistico non secondo un progetto raggelante ma secondo un'inclinazione tutta giocata sulla tensione del togliere, sulla disciplina inferiore di una sottrazione di certezza a favore di una rigorosa struttura del probabile. 

Testo a cura di Achille Bonito Oliva