Cyprus
Klitsa Antoniou

"Since you left my Wet Embrace" (2004) di Klitsa Antoniou ripropone alcune idee ricorrenti che permeano le sue opere come la fluidità del tempo e del ricordo, o l’inevitabile certezza della perdita e il vano desiderio di perpetuare il passato, temi che l’artista da sempre tenta di approfondire. Una serie tutt’altro che ortodossa di mattoni vasiformi, realizzati e trattati singolarmente, crea una particolare struttura a forma di pozzo. Rivestiti di ceramica madreperlacea, i mattoni svelano aperture sporgenti, curve e lisce, che diventano invitanti e, al tempo stesso, difensive, insinuando analogie sessuali. Di dimensioni superiori all’altezza umana media, la cavità interna della scultura, sebbene chiara nella forma, resta celata e fortificata, protetta dallo spettatore. Uno specchio a soffitto, aleggiante sull’intera scultura, lascia intendere un caldo interno rosso, proteso verso il basso all’infinito. Il pozzo in mattoni vasiformi diventa un contenitore impossibile, perché i suoi parametri formali ne spostano e ne annullano la funzione. Suggerendo continuamente la presenza di acqua e fluido, nonostante tali elementi non siano mai presenti, si crea uno stato permanente di assenza. Il concetto di acqua intrinseco nell’essenza dell’opera racchiude la qualità reiterante della memoria, mentre il vaso, con la sua forma impietosa, disfunzionale, sottolinea l’infinito e l’inevitabile senso di perdita rispetto a cose o persone lontane. Fondamento dell’opera di Antoniou è la comprensione del processo mentale perpetuo che consente al presente di formulare e rivisitare il passato. La capacità umana di ricordare, la memoria, è spesso percepita come somma di situazioni ed eventi concreti. La percezione e il ricordo selettivi, però, si manifestano in funzione di "chi" siamo diventati, permettendo una costante reinterpretazione e riscrittura del passato. La presa di coscienza della capacità di alternanza complessa della memoria fa emergere l’aporia di una reale comprensione del passato, poiché la stessa verità pare assumere un carattere dolorosamente relativo. Non riuscendo a ricordare con certezza il passato, la condizione di alternanza della natura e della percezione umana evoca un senso di instabilità. Affinché lo spettatore scopra il suo intento, Antoniou di norma definisce un interno e un esterno nell’opera in cui le due zone intessono un dialogo risolutivo. "Since you left my Wet Embrace", titolo mutuato da una canzone d’amore di Bjork, è un’opera in sé nostalgica e triste, a suggerire la discontinuità di un racconto, che si trasforma in un commento dolente alla natura incompleta e destabilizzante della rottura e della perdita nella nostra quotidianità.

Testo a cura di Artemis Eleftheriadou