Cina
Hu Xiangcheng

Fuori dall'Africa


Le esistenze visuali e oggettive sono spesso discordanti, divise tra l’evidente e il nascosto. Queste discrepanze sono particolarmente marcate in un artista come Hu Xiangcheng che ha vissuto in Africa e in Tibet, proprio come le sensazioni di certi momenti sembrano sempre esistere come se fossero in mezzo a delle rovine. Da una prospettiva materiale spesso si rileva che la materia cambia stato passando dal liquido al solido fino al gassoso. Le cose che hanno una forma sono solidi. Allo stesso modo i mondi organici e inorganici intersecano i propri cicli in continuazione. Hu Xiangcheng ama seguire i sogni, ed esistere in uno stato sognante. Gli piace anche sollevare dubbi sui rapporti tra cielo, terra ed esseri umani e non ama rispondere alle domande. E’ spesso curioso: quali sono in realtà i poteri tangibili e non tangibili che si celano dietro l’immagine? Che tipo di materiale soggiace al cambiamento nella materia? Questo genere di sensazione viene in maniera assai netta in Africa, e Hu Xiangcheng è ansioso di trovare una risposta. In Africa ha scoperto lo stato primitivo della vita tra la gente locale. Ha osservato molte realtà di superficie, ma anelava a trascendere il confine tra la società primitiva e la propria società moderna. Voleva rispondere alle domande. Hu Xiangcheng ha insistito a creare una sorta di potenziale per trascendere il tempo e lo spazio per pensare a questa domanda. Hu Xiangcheng ha visto l’aspetto innocente, vero e onesto degli africani. In un piccolo villaggio dell’Africa si è completamente staccato dal tipo di ambiente di vita delle relazioni economiche e culturali della Cina contemporanea, accumulando un tipo di potere a noi sconosciuto. Sappiamo che i nostri avi di 2000 generazioni fa provenivano tutti dall’Africa, che tutti hanno lo stesso gene M168 eppure i geni culturali sono diversi nelle varie parti del mondo. Guardandoli nei loro occhi scuri vediamo noi stessi al nostro stato più primitivo. Le sculture sono formate da modelli danzanti e spazi vuoti ripetuti, come le componenti di una macchina, o i resti di qualche animale. La scultura “Stranger” si riferisce al modo in cui la vita ha inizio in un mondo inorganico e si sviluppa fino al punto in cui raggiunge l’intelligenza superiore, muovendosi alla fine verso l’estinzione. Questo tipo di straniero, attraversando l’universo, forse è alla ricerca di un tipo di esistenza eterna, ciclica. “Arrow” verte sui processi mediante i quali si è sviluppato l’uomo dalla vita primitiva fino al suo status attuale, sui suoi stati e sulle tendenze necessarie che contrastano con la natura.

Nel complesso Hu Xiangcheng vuole dirci che la freccia compie un giro continuo intorno al mondo, riveste molti significati: in primis la simmetria perfetta. La freccia è solamente un emblema, un centro. Una rotazione di 360 gradi, a prescindere dalla prospettiva, è una simmetria perfetta. In secondo luogo per noi esseri umani la freccia può essere vista come una sorta di domanda, lo spirito di avventura, una sorta di fervore. Questa freccia rappresenta ogni possibile disposizione dell’umanità. In terzo luogo Hu Xiangcheng vuole anche spiegare le tematiche dell’uomo e dell’ambiente, compresi i desideri territoriali che vengono con l’arte. Se si usasse un’immagine per simbolizzare l’intera attività umana sul pianeta Terra, Hu Xiangcheng sceglie certamente la freccia. Dalle frecce usate per creare il fuoco mediante frizione, fino ai lunghi archi di Genghis Khan, arrivando ai pozzi di petrolio e al potere distruttivo dei missili (in cinese “frecce di fuoco”)… dalle lotte tra essere umani fino alla lotta dell’uomo per conquistare la natura, la forma della freccia ci fa pensare a molti altri mondi, come.. occupare, luogo sacro, centro, assoluto, direzione, ideale, bersaglio, avanzamento, velocità, direzione, dentro e fuori, debolezza, richiesta e speranza… Hu Xiangcheng si propone di realizzare un progetto della freccia sulla Terra, in quanto la freccia compare sempre negli ambienti speciali e in altre importanti opere d’arte. In genere la gente spesso pensa a torto che le opere in cui vengono raffigurate impressioni dell’Africa siano tutte astratte. Per Hu Xiangcheng queste opere non lo sono del tutto, alcune sono concrete, ma le cose concrete sono state nascoste da una sorta di potere. Sia che si tratti di stranieri o di frecce, sono tutti microcosmi dell’Africa nel cuore di Hu Xiangcheng. In questo momento il cuore di Hu Xiangcheng ha già lasciato questo continente.

Curatore Zhang Qing

Presentato da Visual Culture Research Center, China Art Academy