Finnish Academy of Fine Arts
Sampo Malin

 

"Mi affascinano sfere, confini e volumi del reale e dell’irreale, le loro interfacce. Gli opposti concettuali peso/assenza di peso, visibile/invisibile e tangibile/intangibile, ma anche il momento in cui si trasformano nel loro opposto, sono anch’essi un aspetto importante della mia opera", afferma Sampo Malin (nato nel 1977) parlando dell’essenza del suo lavoro. Le sculture di Malin sono generalmente rifinite con estrema cura, ma come artista potrebbe definirsi uno scultore di concetti anziché di materia, poiché richiama la nostra attenzione sui confini mentali indefiniti dello stesso spettatore, colui che vive l’esperienza, ponendoli in contrapposizione con le dimensioni fisiche dell’opera. Il tema della delineazione entra dunque anche nel campo di esplorazione dell’interno e dell’esterno dell’opera e del confine tra percettibilità e impercettibilità, costringendo lo spettatore a interrogarsi sulle percezioni eventualmente utilizzabili per definire ciò che si vede. Malin mette in discussione la forma delle sue opere smaterializzandone le dimensioni. La luce generata, concentrata o riflessa in modi diversi, astraendo l’opera in virtù del suo essere una traccia immateriale, è un elemento essenziale di molti suoi lavori. Egoes (2007), l’opera in due parti per la decima edizione di OPEN, sottolinea anche l’ambiguità dei confini intrinseci dell’opera attraverso l’alternanza della luce tra giorno e notte. La luce che emana dall’interno spezza inoltre l’anatomia e la chiarezza dell’opera stessa, rendendo il momento della percezione e l’impatto dell’opera su ciò che la circonda più importante dell’oggetto fisico in sé.

Curatore Pilvi Kalhama

Presentato da Finnish Academy of Fine Arts

Con il Patrocinio dell'Ambasciata di Finlandia in Italia

Si ringrazia Marianna Uutinen