Taiwan
Li Chen
Pure Land


Come un bambino

Li Chen (nato nel 1963) si dedica alla realizzazione di icone buddiste "nuove" e "moderne". L’ambizione dell’artista, lui stesso buddista, nasce dall’insoddisfazione, ma anche da una grande aspettativa, nei confronti dello sviluppo dell’arte buddista nella Taiwan contemporanea. Ripercorrendo la sua pur breve carriera nel campo della scultura, scopriamo che l’ispirazione principale e le fonti formali della sua opera derivano principalmente dalla scultura buddista cinese tradizionale, soprattutto quella delle dinastie Tang e Song. Questo periodo di apprendimento o “tentennamento” dura grossomodo dal 1992 al 1996, ma, anche in questo periodo, Li Chen pare dimostrare maggiore interesse per la realizzazione di Buddha o Bodhisattva come fossero sculture da guardare da ogni lato anziché immagini da vedersi unicamente di fronte. Non più tardi del 1996, l’artista inizia a semplificare le vesti e gli elementi secondari delle icone, riducendo al minimo anche i drappeggi. Da allora, i suoi Buddha e Bodhisattva raggiungono uno stile esplicito di semplicità minimalista. A partire dal 1998, l’idea di Li Chen di realizzare "nuove" icone buddiste si consolida ulteriormente. Liberatosi dall’estetica Tang e Song, l’artista ritorna al suo io interiore e raggiunge una propria fiducia creativa ed estetica rappresentando coraggiosamente la sua prima lettura e interpretazione del buddismo. Nelle sue icone buddiste viene assorbita più energia. I suoi Buddha e Bodhisattva divengono realmente arrotondati e dilatati, dando l’impressione di palloni gonfiati. Questo stile leggermente distorto progressivamente diventa la dichiarazione personale di Li Chen nella scultura. La rappresentazione di Li Chen delle icone buddiste è esemplificativa di un’estetica del semplicismo. Buddha e Bodhisattva sono talmente semplificati da sembrare quasi pieni di etere o energia illimitata. Ma non basta. Li Chen tende anche a lasciare che le sue icone ritornino allo stato di neonati o bambini. Il buddismo, dunque, si accosta alla filosofia e all’estetica taoiste. L’obiettivo di Li Chen nel realizzare un’arte buddista "nuova" e "moderna" può sicuramente essere visto come uno sforzo verso la democratizzazione degli insegnamenti e dei dogmi buddisti tradizionali. Tra i suoi recenti capolavori, possiamo citare "Shambala" (1998), "Avalokitesvara" (1999) e "Il regno delle farfalle" (1999), rappresentazione, quest’ultima, di Taiwan come cultura distinta, un’opera secolare, non religiosa, che attinge da immagini buddiste come "Mahakala" senza proporsi come icona religiosa in sé.

..:: Testo a cura di Chia Chi Jason Wang

..:: Curatore Chang Tsong-zung

 

 

Dichiarazione dell'artista

Il tempo è vita.
Pulsa nel passato
e colleziona innumerevoli ricordi toccanti.
In questo universo di infinito mondo buddista.
Le creature possono essere nel contempo insignificanti e grandi.

..:: Li Chen, 1996

 

 

..:: Si ringrazia Asia Art Center, Gigabyte Education Foundation, Museum of Contemporary Art, Taipei