Evento al Fondaco Marcello

 

Sfila a Venezia la collezione della casa padovana ispirata alla purezza del design nordico

VENEZIA. Un sito di archeologia industriale, il seicentesco magazzino delle sete Fondaco Marcello, ristrutturato mantenendone le caratteristiche di essenzialità e affacciato sui sontuosi palazzi del Canal Grande che si rispecchiano sull’acqua, è stato la location della sfilata-evento con la quale Malìparmi, brand padovano di accessori e abbigliamento femminile, ha presentato la nuova collezione autunno-inverno 2006-2007. Intitolata «Bloom, Drog, Kitsch Design» e ispirata alla raffinatissima purezza delle linee del design nordico di ieri e di oggi, da Alvar Aalto al gruppo olandese Droog Design fino all’ironico Bloom Design, la presentazione della collezione è stata inserita in un mood di elevato contenuto artistico con la partecipazione del regista e videoartista Daniele Pignatelli che ha realizzato per l’occasione «Drop Design», suggestivo filmato minimalista in cui si rappresenta il viaggio verso il Nord di una goccia (drop) d’acqua che si trasforma in ghiaccio attraverso pochissimi lacerti di colore, fotogrammi intuìti di strade e città. Un’atmosfera di assoluto lirismo che è stato accentuato dalle ballads unplugged della cantautrice inglese Polly Paulusma, già scelta come opening act nelle tournée di star del calibro di Bob Dylan e Coldplay, presentate in uno showcase ispirato al suo album «Scissors in my Pocket». Tra gli ospiti la velocista veneziana Monica Levorato ha testimoniato con la sua presenza l’apprezzamento del pubblico giovane per un marchio già molto amato dalle signore italiane e straniere. La raffinata eleganza dell’essenzialità è anche la nuova cifra di questa collezione Malìparmi, disegnata dalla stilista, costumista e direttrice artistica Silvia Bisconti. Si vede e si sente la voglia di sottrarre, di semplificare, di giocare invece che con il barocco delle aggiunte con l’astrazione delle geometrie, dell’arte minimalista, in una concezione della moda che è piacere estetico quanto concetto intellettuale attento alle suggestioni dell’arte contemporanea. Essenzialità che va al cuore dell’idea, per questo della collezione è stata presentata solo la parte più di tendenza, a partire dal grande ritorno dell’abito che arriva appena al ginocchio declinato in tutte le sue forme, dallo chemisier al tubino nero con sexy scollatura sulla schiena e sulle spalle, riveduto e corretto nella modernità del jersey di taglio pulito, stampato e di diversi pesi, declinato in chiave minimal e optical di geometrie a incastro e grandezza variabile. Un rigore che non tradisce dunque la femminilità e si riflette anche sulla scelta del colore, con preponderanza del bianco e nero in cui il bianco si scalda spesso nel panna, oppure nelle tonalità forti, scure e fredde del blu notte, del marrone fondente, del turchese gelido, dell’arancio candito. La tendenza per l’autunno è intenzionalmente informale e con un fondo ironico che si rispecchia nell’abbinare all’abito la grande borsa a tracolla illuminata di colore e di paillettes e la stola di ecovisone, nel coniugare il pantalone Capri di pelle invecchiata al mocassino con fibbia gioiello multicolore (la stessa che compare anche nella scarpa a tacco alto), nel richiamare i motivi della stampa optical anche nell’accessorio, nel giocare con la stilizzazione dei motivi delle tappezzerie nordiche anche nel fashion, nel rompere il total black con il turchese acceso di una rigorosa camicia.
 Spot, drop di colori macchiano e illuminano qualche capo, la paillette colorata compare raramente sulla gonna, che invece si aricchisce di ricami folk, mentre continua a impreziosire l’accessorio. Lo stivale diventa da cavallerizza così come qualche pantalone mentre anche la proposta più elegante si abbina alla semplice T-shirt o alla maglia essenziale. La maglieria è però sempre ricercata nei materiali: mohair dai colori sfumati, cachemire puro o cachemire e seta. Le fantasie per l’inverno si scaldano con le grandi rose bordeaux su fondo beige, negli stivali ricamati su fondo rosso, nella geometria delle righe che si rincorrono, nella fioritura che si affaccia sulle borse, sulle lunghissime collane, nei ricami e nelle applicazioni. Ritorna anche il tailleur in maglia, l’optical con il motivo del triangolo inscritto nel cerchio è accompagnato dalla borsa a forma di rosa o dalla borsa gioiello, il cappotto è imbottito, la borsa è un’ironica shopping bag di ecovisone. E si può persino giocare al total look mescolando tutto insieme: lo stile fiorito, le geometrie e le millerighe. Per la sera e per le feste Malìparmi libera invece l’invenzione e la creatività con il lurex stretch dei cardigan, i colori kitsch, il jersey dipinto a mano da abbinare magari ai boots in montone, lo scintillio delle borsette gioiello e le scollature maliziose. Una collezione non facilmente accattivante ma razionale e meditata che al pubblico è molto piaciuta e dovrebbe riuscire a confermare una tendenza alla costante crescita, soprattutto all’estero, del brand padovano capitanato da Annalisa Paresi che nel 2005, con una produzione di 240.000 pezzi, ha fatturato 14 milioni di euro e misura un tasso di crescita medio annuo del 20%.