In primavera l’expo di Paolo De Grandis si trasferisce a Shangai

Considerata dal Giornale dell’Arte tra le cinque mostre internazionali più importanti al mondo, Open 10 ha chiuso domenica. Due mesi e mezzo di happening artistico, fra le strade, i giardini, l’acqua e i lampioni del Lido nel bel mezzo anche della Mostra del Cinema; e la prossima primavera avrà nuovi allestimenti. L’idea, già peraltro molto avanzata, di Paolo De Grandis, inventore e organizzatore di Open, è quella di creare un’altra esposizione simile a quella veneziana a Shangai, il che equivale a pensare in grande, dai tutto sommato piccoli spazi del Lido ai numeri esageratamente grandi della Cina. Il Paese si sta muovendo alla grande verso l’arte contemporanea, tanto che i suoi giovani artisti raggiungono cifre iperboliche neanche confrontabili con quelle dei colleghi europei. Ma cos’è piaciuto di più quest’anno? Senz’altro la festa di inaugurazione all’aeroporto Nicelli, dove l’artista Marco Nereo Rotelli ha reinventato un vero bunker per la sua installazione, «Il sogno di Eva Braun», con serie di disegni, chiodi e manifesti, al cui interno una violinista moldava suonava musiche molto tristi. O ancora la Rolls Royce che viaggiava allegramente qua e là, con falce e martello dipinti di giallo sulla carrozzeria rossa o le sculture di due artisti indiani, il gigantesco Ganeshi nel parco del Des Bains o il gorilla a Santa Maria Elisabetta.  Funziona quindi la filosofia del portare l’arte alla gente, negli spazi in cui vive, lavora o passeggia, con l’isola che ogni anno si trasforma in una grande galleria all’aperto, un luogo idoneo per chi ha qualcosa da dire in campo artistico, più o meno comprensibile, più o meno piacevole. (Alessandra Artale)