ITALIA - MARGHERITA MAURO

Margherita Mauro vive la pittura come passione, stimolo, urgenza di tradurre emozioni. Non ha frequentato scuole d’arte né ha avuto maestri. La sua pittura scaturisce da un talento innato, da un bisogno interiore cui non riesce a sottrarsi e che viaggia di pari passo con l’arte della musica.
Sin dalle prime opere realizzate con carboncino e pastelli in creta colorati, ha dimostrato di avere una predisposizione per il tratto deciso che genera i contorni incisivi delle forme avvolgendo in una immobilità metafisica le sue opere. La sua è inoltre una ricerca basata sulla materia pittorica che non è soltanto il mezzo espressivo ma è essa stessa sostanza sensibile che cattura la durata e l’estensione. Le sue opere infatti sono manipolate in tempi successivi con gesti delicati o aspri per intridere il supporto di colori ora tenui ora intensi così da comunicare il ritmo alternato della speranza e dell’angoscia del nostro tempo. Ci regala emozioni il gioco cromatico, fatto di colori consumati da interventi secondari e contorni definiti ma con tale morbidezza da alterare in maniera suggestiva la figura nella dimensione del sogno.
È questa sincerità espressiva, questa prevalenza di musiche senza note e di parole senza testo rispetto all’uso prosastico e immodesto della voce, che avvalora ancor di più l’opera dell’artista. L’artista abbozza figure che emergono quali tracce primordiali dalla superficie per suggerire e non svelare. Il suo gestualismo informale accompagna accenti liberamente ispirati in cui l'aspetto ibrido della materia organica diventa reale e umano nello stesso tempo, materia viva e parlante. A volte contorce la forma a estremi metamorfismi, caricando la superficie a cui fornisce di volta in volta la giusta atmosfera con il ricorso ad una mobilità di ritmi, timbri e colori diversificati, per cui le forme oscillano dall’empito curvilineo allo scavo ritagliato e severo, a volte più grafico che pittorico.
Ricerca spaziale e melodica intonazione cromatica sono gli elementi di spicco di questa pittura, sospesa fra sogno e realtà fatta di una trasformazione che diventa poesia moderna, fascino di uno sguardo verso la natura, verso il mondo che la circonda per donarci magiche emozioni. Questa estrema fluidità delle forme e dei colori determina per osmosi una mobilità cromatico-spaziale, per cui non solo il colore appare mutante ma è perennemente in variazione anche l’immagine, con frizioni semantiche.
I caratteri fondamentali della sua pittura trovano nuova realizzazione e diversa modulazione nell’installazione che l’artista presenta ad OPEN. Qui ogni aspetto - forma, materia e colore - è eco di un simbolismo arcano, millenario, condiviso e depositato che, in un gioco di equilibri e di richiami, crea nuove metafora e sintesi originali: dalle implicazioni storiche, filosofiche e matematiche del cerchio, della piramide e della spirale al simbolismo dell’oro, dell’azzurro, del nero e del marrone, all’incontro dialettico tra pietra e acciaio. Significati solidificati e stratificati ne generano di nuovi nell’incontro gli uni con altri, nel confronto e nell’interazione, dando luogo a inedite e originali letture che l’artista definisce viaggio. Viaggio nella sua doppia valenza spazio-temporale, percorso in divenire, rapporto dinamico con l’altro, confronto e ricerca, creazione continua di significati inesauribili.
 

 

Testo a cura di Paolo De Grandis