Fuori dai Giardini ma dentro la Biennale

La Cina, su decisione governativa, non ha una propria rappresentanza nazionale (che era prevista negli spazi della Fondazione Bevilacqua La Masa), a causa dell'allarme Sars. Tuttavia in catalogo sono pubblicate le opere che erano state selezionale. I lavori all'interno delle mostre internazionali saranno invece presenti. Dall'Estremo Oriente, dopo una prima comparsa nel "54. torna il padiglione dell'Indonesia con la mostra "Lutto del mondo: paradiso perduto", presso Palazzo Malipiero (piazza San Marco) con lavori di: Made Wianta. Tisna Sanjaya, Dadang Christanto e Arahmaiani. Anche Singapore parteciperà per la seconda volta alla Biennale, con una mostra alla Fondazione Levi (Palazzo Giustinian Lolin), di lavori di Heman Chong, Ng Teck Yong Francis e Tatn Swie Hian, che testimoniano la diversità della scena artistica di Singapore. Una delle new entry più singolari è l'Iran, che a Palazzo Malipiero (San Marco) presenta le opere di Hossein, Khosrojerdi, Behruz Daresh. Ahmad Nadalian. Dall'Europa dell'Est, e per la quarta volta presente alla biennale veneziana. l'Estonia ospita il progetto di Marko Mäetamm e Kaido Ole, dal titolo "John Smith goes to Venice with Marko und Kaido", sempre a Palazzo Malipiero: mentre la Lettonia, alla sua terza partecipazione, presenta i lavori di Group "F5" ( leva Rubeze, Martins Ratniks. Liga Marcinkevica, Ervins Broks. Felikss Ziders). Tra le mostre a latere della Biennale, quest'anno raccolte sotto il titolo "Extra", ci sarà il padiglione di Hong Kong la cui sede si trova di fronte all'entrata delle Corderie. Hong Kong sarà rappresentato da Para/Site Ari Space, un collettivo composto da artisti, architetti, critici e designer. Altra presenza dall'Estremo Oriente è il padiglione di Taiwan, con la quinta partecipazione del Taipei Fine Arts Museum: presso il Palazzo delle Prigioni, in Piazza San Marco, espongono Shulea Cheang, Daniel Lee, Mingwei Lee. Goang-ming Yuan, sotto la dirczione artistica di Lin Shu-Min. Curiose le due nuove partecipazioni nazionali del (ìalles e della Scozia, quest'utima a Palazzo Giustinian Lolin con tre artisti di punta: Claire Barclay. Jim Lambie, Simon Starling: mentre "Further: Artists from Wales" si tiene all'Ex Birreria (Giudecca) con lavori di Paul Seawright. Cerith Wyn Evans, Simon Pope e Bethan Huws. Per la prima volta rappresentati da padiglioni nazionali, nel centro storico veneziano, sono anche il Kenia (Richard Onyango e Armando Tanzini). la Thailandia (Karnol Phaosavasdi, Tawatchai Pumusawasdi, Michael Shaowanasai, Vasan Sìtthiket, Manit Sriwanichpoom, Montri Toemsombat e Sakarin Knie-On). la Bosnia-Erzegovina (Maja Bajevic, Jusuf Hadzifejzovic, Edin Numankadic, Ncbojsa Seric-Soba) e Serbia e Montenegro ai Giardini (Internalional Exhibition of Modern Art).

Inoltre l'associazione culturale veneziana Arte Comnunications, presieduta da Paolo De Grandis (già curatore aggiunto delle partecipazioni nazionali di Singapore, Estonia, Indonesia, Iran, Taiwan e Hong Kong) organizza in parallelo alla Biennale diverse esposizioni. Presso il Chiostro di S. Francesco della Vigna "Play The Glass con tenerezza" presenta lavori della giapponese Masuda Hiromi e "Luce dall'Estremo Oriente" dell'artista giapponese Kuma. A Palazzo Malipiero Angel Orensanz è presente con la mostra "A Burning Univers".