La scelta dello spazio ...
Fonte: Il Gazzettino

La scelta dello spazio espositivo non è mai casuale e certamente l'artista deve ritenerlo adatto ad accogliere la sua opera. Così come la titolazione che si da all'esposizione vuole di solito indicare un significato rivelatore dei lavori che vengono presentati.

Accade di dover fare queste considerazioni nella mostra che lo spagnolo Angel Orensanz ha allestito nelle numerose piccole stanze del basso scantinato di Palazzo Malipiero a San Samuele. L'artista titola infatti la sua mostra "Burning Universe" - letteralmente Brucciando l'Universo - nella quale ha realizzato una sorta di installazione multipla fatta di molti elementi disseminati in spazi angusti e segnati dal tempo e dalla storia.

Utilizzando molti linguaggi espressivi, dal disegno alla pittura, dall'incisione alla scultura, dalla fotografia alla ceramica ed alle proiezioni video. Ne risulta una sorta di intricato labirinto ideativo ed emotivo nel quale si incontrano numerose e diverse sollecitazioni visive ed emotive (foreste di stelle di metallo, video in funzione, opere in legno, numerosi disegni, sorte di sigilli di bronzo, dipinti ed oggetti disparati) nel quelle è facile per visitatore "perdersi", salvo poi riconsiderare il tutto come un'unica opera deliberatamente frammentata e volutamente dispersa.

Dando così anche un senso al titolo della mostra che con tutta evidenza allude ad un processo disgregativo e forse distruttivo dell'universo. In questa prospettiva l'installazione di Angel Orensanz - visibile fino al 30 novembre - assume allora un suo ordine misterioso, una sua plausibilità, ed il significato forse metaforico di un'"universo che brucia" e che coinvolge lo spettatore in un groviglio di sensazioni disordinate. Come, a ben vedere, avviene forse nella vita di ciascuno di noi.

 

Enzo Di Martino