Fondaco Marcello
Fonte: Corriere della Sera

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VENEZIA- Una sala da tè sul Canal Grande, un angolo d’Oriente nel cuore di Venezia. Ma soprattutto uno spazio ampio e prestigioso restituito alla città grazie all’arte. Tutto questo insieme sarà il Fondaco Marcello, palazzina a un solo piano attigua al traghetto di Sant’Angelo, allo sbocco di calle Garzoni. Il Fondaco, spazio destinato all’accatastamento delle merci le cui origini si perdono tra ‘500 e ‘600 è oggi di proprietà della famiglia del conti Alverà ed è stato da poco affittato ad Arte Communications, società che si occupa di eventi artistici e culturali che ne sta curando il restauro, affidato all’architetto Francesco Amendolaggine. Un restauro altamente conservativo, che ha mantenuto il fascino «grezzo» delle pareti nude e dei volumi open, senza pareti divisorie. Tra gli elementi caratterizzanti, i grandi lucernai sul tetto, dai quali filtra la principale sorgente luminosa naturale. Nei quasi 400 metri quadrati del vasto spazio interno, punteggiato soltanto da alcune colonne marmoree che sorreggono antiche capriate in legno, da giugno troverà collocazione il Padiglione di Hong Kong della 51esima Biennale d’Arte contemporanea. E qui, per dare all’ambiente un tocco orientaleggiante in più, troverà spazio una sala da tè aperta ai visitatori del Padiglione, ma anche ai comuni avventori. La sala è collocata nell’area d’ingresso del Fondaco, spazio che per un periodo era rimasto aperto al passaggio pubblico, quando il pontile del traghetto era in restauro.

Sarà proprio nella zona d’angolo che si mescoleranno fantasiose suggestioni orientali della sala da tè a concretissime visioni veneziane sul Canal Grande. E dopo l’esperienza con la Biennale, il Fondaco si candida a diventare uno spazio permanente per l’arte. «Il nostro obiettivo è farne uno spazio per esposizioni, privilegiando in particolare i giovani artisti», spiega Paolo De Grandis, presidente di Arte Communications e commissario per la Biennale con «delega» ai Paesi asiatici. De Grandis (che ha all’attivo nel suo carnet anche la manifestazione «Open» e la realizzazione degli eventi culturali della serata inaugurale dei mondiali di calcio in Corea-Giappone) curerà per la Biennale numerose altre esposizioni di Paesi disseminate per la città, dall’Iran alla Lettonia, da Singapore al Marocco, Paese cui toccherà l’onore di inaugurare l’utilizzo della chiesa della Pietà, per la prima volta «prestata» alla Biennale. «L’idea, per quanto riguarda il Fondaco Marcello, sarebbe quella di farne un vero e proprio centro culturale, che possa ospitare eventi internazionali, mantenendo però dei costi ragionevoli. Il problema di fare cultura a Venezia in questo periodo- conclude De Grandis- sta proprio nei costi della città e delle sue strutture».

S.S.L.