Venezia Arte Contemporanea e Spazi Espositivi
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Pubblicato: 04 Dicembre 2013

Enwezor è curatore, critico d’arte, giornalista e scrittore

 

okwui enwezor3
Il Cda della Biennale di Venezia, presieduto da Paolo Baratta, si è riunito nella sede di Ca’ Giustinian: dopo aver ringraziato e aver espresso la sua gratitudine a Massimiliano Gioni per gli ottimi risultati conseguiti con la 55. Esposizione Internazionale d’Arte, ha nominato Okwui Enwezor Direttore del Settore Arti Visive, con lo specifico incarico di curare la 56. Esposizione Internazionale d’Arte che si terrà nel 2015 (Venezia, Giardini e Arsenale 9 maggio - 22 novembre 2015).

 

Nato in Nigeria nel 1963, Okwui Enwezor è curatore, critico d’arte, giornalista e scrittore; dal 2011 è Direttore della Haus der Kunst di Monaco di Baviera. È stato Direttore Artistico della 2. Johannesburg Biennale in Sudafrica (1996-1998), di documenta 11 a Kassel in Germania (1998–2002), della Bienal Internacional de Arte Contemporáneo di Siviglia in Spagna (2005-2007), della 7. Gwangju Biennale in Sud Corea (2008) e della Triennal d’Art Contemporaine di Parigi al Palais de Tokyo (2012). I suoi campi di interesse spaziano dal mondo delle mostre internazionali ai musei, dall’università all'editoria. Nel 1994 ha fondato “NKA: Journal of Contemporary African Art” edito da Duke University Press. È autore di numerosi saggi e libri tra cui ricordiamo Archive Fever: Uses of the Document in Contemporary Art (2008).

 

Al termine del CdA, il Presidente Paolo Baratta ha dichiarato:

 

“Abbiamo chiuso una straordinaria mostra-ricerca dove si è cimentato con grande successo Massimiliano Gioni, che ha ottenuto il record dei visitatori, in particolare dei giovani visitatori, coinvolgendo così la più ampia fascia di pubblico di sempre nell’esperienza culturale ed emotiva che la Biennale può suscitare. Ci rivolgiamo ora, per la prossima edizione, a una persona che ha già alle spalle numerose esperienze, con un vasto bagaglio di attività e studi rivolti ai molteplici temi relativi all’arte, e che si è confrontato criticamente col complesso fenomeno della globalizzazione, a fronte delle espressioni provenienti da radici locali. La personale esperienza di Enwezor è un punto di riferimento decisivo per l’ampiezza del raggio geografico di analisi, per la profondità temporale degli sviluppi recenti nel mondo dell’arte, per la variegata ricchezza del presente.”

 

Da parte sua Okwui Enwezor ha affermato:

 

“Nessuna manifestazione o mostra d'arte contemporanea è esistita in maniera continuativa, al centro di così tanti cambiamenti storici nel campo dell'arte, della politica, della tecnologia e dell'economia come la Biennale di Venezia.

 

La Biennale è il luogo ideale per esplorare tutti questi campi dialettici di riferimento, e la stessa istituzione Biennale è fonte di ispirazione per la progettazione della Mostra.”
 
Okwui Enwezor1Note biografiche 
Okwui Enwezor (Nigeria, 1963), curatore e critico d’arte, giornalista e scrittore, è Direttore della Haus der Kunst di Monaco di Baviera dal 2011.  
È stato Direttore Artistico della 2. Johannesburg Biennale in Sudafrica (1996-1998), di documenta 11 a Kassel in Germania (1998–2002), della Bienal Internacional de Arte Contemporáneo de Sevilla in Spagna (2005-2007), della 7. Gwangju Biennale in Sud Corea (2008) e della Triennal d’Art Contemporaine di Parigi al Palais de Tokyo (2012).
I suoi campi di interesse spaziano dal mondo delle mostre internazionali, ai musei, l’università e l'editoria. I suoi interessi vanno dall’arte africana, europea, asiatica, nord e sud americana del XX e XXI secolo, all’arte moderna e contemporanea nei paesi africani e l’arte contemporanea della diaspora africana. Le sue ricerche includono il video e la fotografia, la teoria dell’archivio, del documentario fotografico e del fotogiornalismo, la storia dei musei. Studia le teorie sulla diaspora e sulle migrazioni, del modernismo post-coloniale, e quindi dell’architettura e dell’urbanistica delle città africane postcoloniali.
Nel 1994 ha fondato Nka: Journal of Contemporary African Art edito da Duke University Press. Come scrittore e critico ha contribuito a cataloghi di mostre, antologie e riviste, oltre ad aver pubblicato articoli e interviste per i maggiori quotidiani e periodici del mondo. È autore di numerosi libri tra cui ricordiamo Archive Fever: Uses of the Document in Contemporary Art (Gottingen: Steidl and New York: International Center of Photography, 2008), Contemporary African Art Since 1980 (Damiani, 2009, con Chika Okeke-Agulu), Antinomies of Art and Culture: Modernity, Postmodernity, Contemporaneity (Duke University Press, 2008, con Terry Smith and Nancy Condee), James Casebere: Works, 1975-2010 (Damiani, 2011).
Ha ricoperto numerosi incarichi accademici come Rettore degli Affari accademici e Vice Presidente Senior del San Francisco Art Institute (2005-2009), Visiting Professor presso il Dipartimento di Storia dell'Arte e Architettura dell'Università di Pittsburgh e della University of Illinois, Urbana-Champaign, Visiting Professor presso il Dipartimento di Storia dell'Arte e Archeologia della Columbia University, New York. Nella primavera del 2012 è stato Kirk Varnedoe Visiting Professor presso l'Istituto di Belle Arti, New York University.
Tra le sue numerose mostre ricordiamo: ECM: A Cultural Archaelogy, Haus der Kunst, Monaco; Rise and Fall of Apartheid: Photography and the Bureaucracy of Everyday Life, International Center of Photography, New York; The Short Century: Independence and Liberation Movements in Africa, 1945-1994, Museum Villa Stuck, Monaco; Century City, Tate Modern, Londra; Mirror’s Edge, Bildmuseet, Umea; In/Sight: African Photographers, 1940-Present, Guggenheim Museum; Global Conceptualism, Queens Museum, New York; David Goldblatt: Fifty One Years, Museum of Contemporary Art, Barcellona; Stan Douglas: Le Detroit, Art Institute of Chicago; Snap Judgments: New Positions in Contemporary African Photography, International Center of Photography, New York; The Unhomely: Phantom Scenes in Global Society, Centro Andaluz de Arte Contemporáneo, Siviglia; Archive Fever: Uses of the Document in Contemporary Art, International Center of Photography, New York.

Pubblicato: 21 Novembre 2013

Intervista a Paolo de Grandis 

Curatore e Direttore di Arte Communications

di Valentina Spata

 

Fonte: www.artwireless.it

 

1 Si presenti.

Lavoro nel mondo dell’arte dagli anni settanta. Sin da giovanissimo facevo da uditore alle lezioni di Emilio Vedova all’Accademia di Belle Arti. In seguito la mia formazione si è nutrita delle esperienze sul campo a New York e Parigi. Ha sicuramente segnato la mia vita l’incontro con Joseph Beuys e Keith Haring. I viaggi, come percorsi di vita, sono il fil rouge dei miei trascorsi. A partire dagli anni Ottanta mi sono trasferito a New York, contrassegnata allora dalla così detta "cattiva pittura" espressione del nascente graffitismo o della pattern painting, e dove i quartieri neo bohemien dell'East Village, in seguito trasformatisi nel centro del mercato dell'arte internazionale, mi hanno portato a frequentare i suoi protagonisti come Andy Warhol, Jean-Michel Basquiat e Keith Haring. E' durante questo soggiorno che ho avviato l'Academia Foundation con sede a Houston, Parigi e Venezia. Il concetto alla base della mia ricerca è sempre stato quello di portare l’arte fuori dalle sedi canoniche e museali per poter farla fruire ad un pubblico più vasto. Idea e ispirazione che ha trovato realizzazione nella mia prima mostra Quartetto (1984) organizzata parallelamente alla XLI Biennale presso la Scuola Grande S. Giovanni Evangelista e considerata la prima mostra collaterale alla Biennale di Venezia. L’esposizione fu consacrata ufficialmente dai critici Achille Bonito Oliva, Alanna Heiss e Kaspar Koenig, testimoni di un importante confronto favorito dalla presenza di artisti quali Joseph Beuys, Enzo Cucchi, Bruce Nauman e Luciano Fabro. Fatto ritorno in Europa, ho vissuto a Parigi per sette anni, durante i quali gli incontri con artisti, critici e gallerie sono divenuti stimolo e pretesto per avviare nuove frontiere divulgative dell'arte. Manifesto programmatico la collaborazione con William S. Burroughs in occasione della mostra Calligraffiti of Fire che presentò l'arte di Brion Gysin. Spesso le idee incontrano i valori universali come nel progetto Trittico della Pace del 1989 che ha visto coinvolti il Museo d’Arte Moderna di Belfast, il Museo d’Arte Moderna di Kilkennym ed il Museo d’Arte Moderna di Dublino attraverso la donazione dell'opera di George Dokoupil. Le mie origini veneziane mi hanno poi portato a riscoprire l'antico legame con l'Oriente e a partire dagli anni Novanta ho avviato collaborazioni e interscambi con diverse realtà asiatiche per far conoscere all'Occidente la nuova arte contemporanea orientale ritenendo la Biennale di Venezia il miglior trampolino di lancio per presentare nuovi paesi.

2 Lei è stato fautore della nascita dei nuovi padiglioni fuori dalle aree ortodosse dei Giardini e dell'Arsenale, divenuti ormai parte integrante e imprescindibile della Biennale di Venezia, e della presentazione di numerose nuove partecipazioni internazionali, a partire dal 1995 quando propone, organizza e cura la prima partecipazione ufficiale di Taiwan. Dal 1995 ad oggi ha realizzato 79 esposizioni (40 Partecipazioni Nazionali e 39 Eventi Collaterali). Chi è il curatore oggi?

Io posso parlare per la mia esperienza, come curatore ma soprattutto come viaggiatore. Il viaggio dunque non solo come umano divenire o come risorsa da cui trarre ispirazione ma taccuino metaforico che prende vita con le idee. Idea di far emergere in maniera variegata tutte quelle realtà geografiche che sono state marginali nel contesto artistico internazionale. L’idea di Quartetto si è così sviluppata al contesto internazionale nell’ambito della Biennale. Nel 1995 ho infatti presentato per la prima volta la partecipazione di Taiwan come paese con una sede esterna ai Giardini e Arsenale. In questi vent’anni ho fatto conoscere la l’arte proveniente da Hong Kong, Macao, Singapore, Indonesia (solo per citarne alcuni) fino ad arrivare a connessione strette con il Marocco e al recente debutto dell’Andorra e della Costa d’Avorio. Paesi che hanno prima debuttato ad OPEN, Esposizione Internazionale di Sculture ed Installazioni, che ho ideato nel 1998 insieme al caro amico Pierre Restany e che quest’anno è giunta alla sua sedicesima edizione. L’idea di OPEN è nata dal principio di creare una esposizione all’aperto durante la Mostra Internazionale di Arte Cinematografica e si basa sul principio significativo di invitare un artista per ogni nazione partecipante: gli artisti che partecipano alla esposizione rappresentano il loro paese in un ambiente prestigioso e di cultura internazionale e palesano il legame fra le arti visive ed il cinema attraverso la loro presenza artistica lungo il percorso espositivo nevralgico di Venezia Lido e dell’Isola di San Servolo. OPEN, con i suoi spazi interni ed esterni, ha la sua struttura specifica. L’osmosi fra i due mondi culturali si crea da sé all’aria aperta (OPEN) attraverso i movimenti spontanei ed interattivi dei due pubblici. Ad OPEN hanno partecipato artisti di fama internazionale come Yue Minjun, Marc Quinn, Wang Guangyi, Chen Zhen, Chen Wenling, Magdalena Abakanowicz, Carl Andre, Arman, Louise Bourgeois, César, Sandro Chia, Christo and Jeanne-Claude, Erik Dietman, Leòn Ferrari, Keith Haring, Dennis Hopper, Ju Ming, Richard Long, Marisa Merz, Max Neuhaus, Nunzio, Jean-Pierre Raynaud, Niki de Saint-Phalle, Beverly Pepper, Fabrizio Plessi, Mimmo Rotella, Julian Schnabel, Emilio Vedova, Bernar Venet fino alle numerose partecipazioni di Yoko Ono.

Questa è dunque la mia idea di curatore. Questo sono io.

3 Quali sono le difficoltà ad operare nella città lagunare?

Venezia è una città che offre molto e ha naturalmente i suoi limiti. Non entro in merito a sterili querelle politiche circa quanto si potrebbe fare di più, ma mi ritengo fortunato e mi piace la sfida di creare il contrasto tra il retaggio storico veneziano così importante, così presente e l’arte contemporanea che si innesta nel territorio per creare nuove sinergie grazie alla Biennale di Venezia e ad OPEN. Io sono un privato, non mi interessa la politica, e in questi anni ho constatato che è più semplice lavorare all’estero. La sfida è quella di portare dunque l’arte internazionale a Venezia.

4 Girando il mondo che idea si è fatto del sistema dell’arte contemporaneo italiano? Da quale tipo, eventuale, di “patologia”è afflitto?

Penso che il termine “policromo” sia appropriato nel pensare all’arte italiana… Che di riflesso reinterpreta e restituisce la nostra realtà. Parlare di patologia mi sembra eccessivo, forse di limiti inerenti ai meccanismi e alle dinamiche che stanno dietro il sistema economico.

5 Esiste il “Made in Italy” nell’arte?

Per certi versi si, naturalmente da un punto di vista storico gli anni della Transavanguardiae dell’Arte Povera sono lontani ma mi auguro che si possa rivivere almeno dell’entusiasmo di allora.

Yoko-Ono-Paolo-De-Grandis w

Pubblicato: 07 Novembre 2013

Lee Ufan al Teatrino di Palazzo Grassi

Lee Ufan

Alla Biennale Arte del 2007 abbiamo presentato la prima partecipazione personale di Lee Ufan con la mostra "Resonance" presso Palazzo Palumbo Fossati.

Oggi potete incontrare l'artista al Teatrino di Palazzo Grassi!

Pubblicato: 30 Ottobre 2013

Dates 2015 International Art Exhibition – la Biennale di Venezia

 

Today the Board of Venice Biennale settled the dates for the 2015 Art Exhibition with and extended period: 9th May > 22nd November 2015

biennale logored

Pubblicato: 16 Ottobre 2013

Visita del Principe Alberto di Monaco presso il Padiglione dell’Azerbaigian alla Biennale Arte 2013 

Principe-Alberto---Padiglio

 Martedì 15 Ottobre 2013 il Principe Alberto di Monaco ha visitato il Padiglione dell’Azerbaigian alla Biennale Arte 2013.

Hanno accolto la delegazione monegasca Anar Alakbarov e Emin Mammadov, responsabili della Heydar Aliyev Foundation e Paolo De Grandis, presidente di PDG Arte Communications.

Il Principe ha espresso viva soddisfazione per l’importante partecipazione dell’Azerbaigian alla 55. Esposizione Internazionale d’Arte.

  1. “Fundamentals” - Deadline per Eventi Collaterali
  2. OPEN 16. International Exhibition of Sculptures and Installations: the video
  3. Enjoy the video of ‘PATO.MEN PAlace Theatre Of Memory ENcyclopedic, an exercise by Carlos Marreiros’!
  4. Rhapsody in Green Collateral Event of Venice Biennale 2013

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