Comunicato Stampa:Dal 25 giugno al 23 agosto 2015 si svolge al MACRO Testaccio - La Pelanda la mostra dell’artista cinese SIMON MA “Beyond Art with Love”, a cura di Achille Bonito Oliva, promossa dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo di Roma - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e organizzata da MART con il coordinamento di Paolo De Grandis - PDG Arte Communications.
Simon Ma è uno dei maggiori interpreti della nuova arte cinese, il quale, per la prima volta a Roma, proporrà la sua personale interpretazione del tema dell'amore con una serie di installazioni site specific. Per Ma il tema dell’amore è da intendere nell’accezione dell’ “amore incondizionato” che parte dall'opera ed arriva al pubblico tramite gli elementi primari dell'acqua, aria, terra e di quello spirituale della benevolenza.
Estremamente significativo per l’artista è l’utilizzo dell’acqua, sia come elemento iconografico sia per metafora del suo stesso fare arte e dell’incontro di questa con la natura. L’elemento acqua del resto è la fonte primaria per il nutrimento di tutte le creature viventi, espressione naturale di purezza e bontà, e quindi invito ad amare oltre che strumento per la diffusione di gioia e felicità.
Simon Ma, che si definisce artista "crossover", nel suo lavoro fonde influenze orientali e occidentali, e l’utilizzo di materiali, forme e tecniche estremamente eterogenee. L’opera d’arte per Ma rappresenta molto di più del mero oggetto fisico, per diventare qualcosa in grado di creare una serie di reazioni a catena nelle persone, influenzando anche l'ambiente circostante e gli atteggiamenti sociali.
Come osserva il curatore Achille Bonito Oliva: "L'artista Simon Ma si pone all'incrocio di tutte le possibilità, compresa la metamorfosi e trasformazione della materia in sentimento universale”.
Le opere in mostra comprendono la serie “Dancing Water Drops”, dipinti, sculture, installazioni e le opere di video arte “Danza” e “Armonia”.
Per celebrare l’anniversario dei 45 anni di relazioni diplomatiche tra Cina e Italia l’artista inoltre crea appositamente una grande installazione site specific caratterizzata da un dipinto di 2 metri, che unisce le due culture tramite l’acqua, e ispirata all’antica Via della Seta, lungo la quale si sono sviluppati i primi scambi tra Oriente e Occidente.
Venerdì 26 giugno, ore 18,00, presso il Macro di via Nizza, Sala Cinema, sarà presentato, in prima nazionale, l’opera video “THE BENEVOLENT HORSE – The Dream and Pursuit of Simon Ma”, regia di Gao xiao Iong. Interverranno: Achille Bonito Oliva,Federica Pirani, Claudio Crescentini, Paolo De Grandis.'Crossover' è un termine che ben rappresenta l’artista Simon Ma. All'età di sette anni, Simon Ma studia l'arte della pittura tradizionale cinese sotto la guida del Maestro Fan Tzu Teng, ad undici anni inizia a dilettarsi con la musica mentre all’età di tredici anni si trasferisce a Londra dove frequenta la Bartlett School of Architecture – UCL ed inizia la sua sperimentazione nel campo dell’arte, del design ed in numerose altre discipline. Nel 1997, dopo la crisi finanziaria di Hong Kong, Simon Ma si trasferisce a Shanghai per fondare la propria impresa e pochi anni dopo, nel 2002, apre M.HOUSE. Nel 2012 è nominato ambasciatore culturale sino-italiano e nel 2014 è nominato ambasciatore culturale per Hong Kong Jockey Club ed una delle “Ten Outstanding Young Persons” di Hong Kong. Nel corso degli anni, Simon Ma ha guadagnato popolarità negli ambienti dell’arte contemporanea come artista “crossover”, collaborando con brand di fama internazionale come Hublot, Ferrari, Ducati, Lamborghini, Porsche, Chow Tai Fook, Remy Martin 1898 e Chivas 18. Le sue opere e collezioni sono state esposte in rinomati luoghi di interesse tra cui il Padiglione Italia ad Expo Shanghai 2010, il “Kaohsiung Museum of Fine Art”, il “Museum of Contemporary Art” di Shanghai (MOCA), il “Xu Beihong Art Museum” di Yixing ed il “ Patricia and Phillip Frost Art Museum” di Miami.
Mappa Mostre PDG Arte Communications - 56 Biennale di Venezia 2015
DE GRANDIS, CENTODIECI MOSTRE IN VENT'ANNI
Paolo De Grandis, ideatore delle mostre Collaterali
"Il bilancio del organizzatore: con Arte Communications ha "lanciato" l'idea dei padiglioni esterni".
La Nuova Venezia PdG Arte Communications
Ha raggiunto il traguardo di 110 iniziative espositive - tra padiglioni nazionali esterni e mostre collaterali - in circa vent'anni dentro e intorno alla Biennale Arti Visive la PdG Arte Communications del veneziano Paolo De Grandis, che anche per l'edizione di quest'anno curerà l'organizzazione di quattro padiglioni esterni: quello dell'Azerbaijan a Palazzo lezze, quello dell'Ecuador alla prima apparizione alla Mostra all'Istituto di Santa Maria della Pietà, quello della Georgia nelle Sale d'Armi dell'Arsenale e quello di Andorra agli Spiazzi, sempre dell'Arsenale.
Più alcune altre mostre esterne e collaterali di artisti orientali. Perchè proprio dall'Oriente è comminciata questa lunga "avventura" espositiva che ha creato nel tempo un vero e proprio fenomeno: quello, appunto, del padiglioni esterni ai Giardini . e ora anche all'Arsenale - e sparsi per la città, che sono ormai più numerosi di quelli interni.
<<Era il 1995>>, riccorda De Grandis, <<quando "proposi all'allora presidente della Biennale, Gian Luigi Rondi, di inserire nella Mostra, pur esponendo all'esterno dei Giardini, alcuni Paesi asiatici che volevano partecipare all'esposizione, ma per i quali non c'erano spazi: Taiwan, Letonia e l'Estonia tra i primi. Da allora iniziai a mettermi in contatto con i ministeri della Cultura dei Paesi asiatici e orientali che potevano essere potenzialmente interessati a prendere parte alla Biennale e in questi anni appunto Taiwan, Hong Kong, Singapore e Macao sono stati i Paesi piu presentati alla Biennale, tra i "nuovi". Ora le presenze inedite stanno riguardando soprattutto paesi dell'America Latina. Quest'anno sbarca per la prima volta alla Biennale l'Ecuador, ad esempio, ma altri paesi di quest'area geografica finora mai presenti arriveranno sicuramente da quest'area>>.
Lo spostamento in centro storico dei padiglioni di molti paesi stranieri ha favorito anche il recupero a questo scopo di molto palazzi storici veneziani in buona parte inutilizzati e che ora "vivono" tutti nel periodo della Biennale.
<<Quest'anno ad esempio>>, conclude De Grandis, <<noi utilizzeremo a questo scopo tra le new entry Ca' Garzoni, già sede universitaria, e Palazzo Barbaro>>.
(Enrico Tantucci)
Sarà aperta al pubblico da sabato 9 maggio a domenica 22 novembre 2015, ai Giardini della Biennale e all’Arsenale, la 56. Esposizione Internazionale d’Artedal titolo All the World’s Futures, diretta da Okwui Enwezor e organizzata dalla Biennale di Venezia presieduta da Paolo Baratta. La vernice avrà luogo nei giorni 6, 7 e 8 maggio, la cerimonia di premiazione e di inaugurazione si svolgerà sabato 9 maggio 2015.
La Mostra sarà affiancata da 89 Partecipazioni nazionali negli storici Padiglioni ai Giardini, all’Arsenale e nel centro storico di Venezia. Sono 5 i paesi presenti per la prima volta: Grenada, Mauritius, Mongolia, Repubblica del Mozambico, Repubblica delle Seychelles. Altri paesi partecipano quest’anno dopo una lunga assenza: Ecuador (1966, poi con l’IILA), Filippine (1964), Guatemala (1954, poi con l’IILA).
Anche quest’anno la Santa Sede parteciperà con una mostra allestita nelle Sale d’Armi, in quegli spazi che la Biennale ha restaurato per essere destinati a padiglioni durevoli.
Il Padiglione Italia in Arsenale, organizzato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali con la PaBAAC - Direzione Generale per il paesaggio, le belle arti, l’architettura e l’arte contemporanee - sarà curato quest’anno da Vincenzo Trione.
Saranno 44gli Eventi Collaterali ufficiali ammessi dal curatore e promossi da enti e istituzioni internazionali, che allestiranno le loro mostre e le loro iniziative in vari luoghi della città.
La Mostra Internazionale
La Mostra All the World’s Futuresformerà un unico percorso espositivo che si articolerà dal Padiglione Centrale (Giardini) all’Arsenale, includendo 135 artisti dei quali 88 presenti per la prima volta, provenienti da 53 paesi. 159 sono le nuove produzioni realizzate per questa edizione.
“La Biennale che compie 120 anni procede, e anno dopo anno continua a costruire anche la propria storia, che è fatta di molti ricordi, ma in particolare di un lungo susseguirsi di diversi punti di osservazione del fenomeno della creazione artistica nel contemporaneo.”
Così Paolo Baratta introduce l’edizione di quest’anno, ricordando che “Bice Curiger ci portò il tema della percezione e Massimiliano Gioni fu interessato al fenomeno della creazione artistica dall’interno, alle forze interiori che spingono l’artista a creare.”
“Oggi il mondo ci appare attraversato da gravi fratture e lacerazioni, da forti asimmetrie e da incertezze sulle prospettive. Nonostante i colossali progressi nelle conoscenze e nelle tecnologie, viviamo una sorta di ‘age of anxiety’. E la Biennale torna a osservare il rapporto tra l'arte e lo sviluppo della realtà umana, sociale, politica, nell'incalzare delle forze e dei fenomeni esterni. Si vuole quindi indagare in che modo le tensioni del mondo esterno sollecitano le sensibilità, le energie vitali ed espressive degli artisti, i loro desideri, i moti dell’animo (il loro inner song). La Biennale ha chiamato Okwui Enwezor - spiega Baratta - anche per la sua particolare sensibilità a questi aspetti.”
“Curiger, Gioni, Enwezor: quasi una trilogia – sintetizza il Presidente - tre capitoli di una ricerca della Biennale di Venezia sui riferimenti utili per formulare giudizi estetici sull’arte contemporanea, questione ‘critica’ dopo la fine delle avanguardie e dell’arte ‘non arte’.”
“Okwui non pretende di dare giudizi o esprimere una predizione, ma vuole convocare le arti e gli artisti da tutte le parti del mondo e da diverse discipline: un Parlamento delle Forme. Una mostra globale dove noi possiamo interrogare, o quanto meno ascoltare gli artisti provenienti da 53 paesi, e molti da varie aree geografiche che ci ostiniamo a chiamare periferiche. Questo ci aiuterà anche ad aggiornarci sulla geografia e sui percorsi degli artisti di oggi, materia questa che sarà oggetto di un progetto speciale: quello relativo ai Curricula degli artisti operanti nel mondo. Un Parlamento dunque per una Biennale di varia e intensa vitalità.”
“Quello che si espone in Biennale ha come fondale 120 anni di storia delle arti, i cui frammenti sono in ogni angolo e di varia natura, visto che l’istituzione opera nell'Arte, nell'Architettura, nella Danza, nel Teatro, nella Musica e nel Cinema. (…) È il luogo delle "immagini dialettiche", per usare l'espressione di Walter Benjamin.”
“E sono ancora una volta lieto – conclude Baratta - di non aver ascoltato le tristi considerazioni di chi nel 1998 mi diceva che la mostra con padiglioni stranieri era outmoded e che andava eliminata, magari mettendo al suo posto un cubo bianco, uno spazio asettico nel quale esercitare la nostra astratta presunzione, o per dare ospitalità alla dittatura del mercato. Proprio la nostra articolata e complessa realtà ci aiuta a evitare questi pericoli. La grande montagna dei frammenti della nostra storia cresce ogni anno. A fronte sta la ancor maggiore montagna di quel che non fu mostrato nelle Biennali del passato.” (Intervento integrale di Paolo Baratta).
Dopo aver presentato lo scorso ottobre i temi principali di All the World’s Futures (Intervento del Curatore), Okwui Enwezor ha spiegato il suo progetto come segue:
L’ARENA
“Nel 1974 la Biennale di Venezia, a seguito di un’importante riforma dell’istituzione e di una revisione dello Statuto e delle proprie direttive, lanciò un progetto ambizioso senza precedenti, un piano quadriennale di eventi e attività. Una parte dei programmi del 1974 fu dedicata al Cile; la Biennale si espose quindi attivamente con un gesto di solidarietà verso quel paese nel periodo immediatamente seguente il violento colpo di stato con cui, nel 1973, il governo di Salvador Allende era stato rovesciato dal generale Augusto Pinochet. Gli eventi della Biennale Arte del 1974, che coinvolsero artisti di ambiti diversi – arti visive, cinema, musica, teatro, danza, performance – furono dislocati in tutta la città di Venezia. Questo capitolo significativo che ha modificato la storia della Biennale è oggi quasi dimenticato.”
“Quel programma di eventi dedicato al Cile e contro il fascismo incide la nostra recente memoria come una tra le più esplicite prese di posizione con cui un’esposizione della statura della Biennale Arte abbia non solo reagito, ma abbia anche coraggiosamente tentato di condividere il proprio palcoscenico storico con il contesto politico e sociale contemporaneo. È superfluo osservare che, nell’inquietudine dell’attuale scenario internazionale, gli Eventi della Biennale del 1974 sono stati una fonte d’ispirazione per la Mostra di quest’anno.”
“In risposta a quell’episodio così significativo e alla ricca documentazione che aveva generato, la 56. Esposizione Internazionale d’Arte: All the World’s Futures presenterà ARENA, uno spazio attivo nel Padiglione Centrale dei Giardini dedicato a una continua programmazione interdisciplinare dal vivo. Il cardine di questo programma sarà l’imponente lettura dal vivodei tre volumi di Das Kapital di Karl Marx (IlCapitale). Das Kapital diventerà una sorta di Oratorio: per i sette mesi di apertura dell’Esposizione la lettura dal vivo sarà un appuntamento che si svolgerà senza soluzione di continuità.”
“Concepita dal premiato architetto ghanese-britannico David Adjaye, l’ARENA fungerà da luogo di raccolta della parola parlata, dell’arte del canto, dei recital, delle proiezioni di film, e diventerà il foro delle pubbliche discussioni. Prendendo spunto dal rito sikh dell’Akhand Path (una recitazione ininterrotta del libro sacro per la quale si alternano più lettori nell’arco di diversi giorni), Das Kapital sarà letto da attori come un testo drammaturgico, con la regia dell’artista e regista Isaac Julien, per tutta la durata della Biennale Arte.”
“Sulla scia del concetto di “Vitalità: sulla durata epica”, la Biennale Arte ha commissionato agli artisti diverse nuove partiture e performance che saranno presentate nell’ARENA in un’analoga modalità – senza soluzione di continuità. Qui sarà particolarmente approfondito il concetto di canto, e la possibilità offerta dalla voce di essere lo strumento che scandisce il ritmo di una narrazione.”
“Olaf Nicolai sta preparando una nuova performance, ispirata alla innovativa composizione in due parti di Luigi Nono (Un volto, e del mare / Non consumiamo Marx, per voce e nastro magnetico) e ai più recenti tentativi del compositore italiano di pronunciarsi criticamente e politicamente attraverso il medium della musica e ispirandosi per i propri brani alle poesie di Cesare Pavese, alle scritte sui muri di Parigi, e a voci registrate dal vivo e in modo casuale durante manifestazioni cittadine.
Joana Hadjithomas e Khalil Joreige presenteranno una performance quotidiana di lettura del loro libro d’artista Latent Images: Diary of a Photographer, che costituisce la terza parte del progetto Wonder Beirut e contiene sia testi sia trentotto lastre fotografiche, selezionate tra le centinaia di rullini mai sviluppati dal fotografo libanese Abdallah Farah tra il 1997 e il 2006.
Jason Moran, con il suo STAGED, mapperà e approfondirà il tempo dei canti di lavoro nelle prigioni, nei campi, nelle case. In una campionatura dei canti di una prigione statale della Louisiana (Angola), il tempo varia da 57 a 190 battiti al minuto.
Jeremy Deller esplorerà il tema delle condizioni di vita e di lavoro nelle fabbriche, a partire dalla fine del XIX secolo e fino ai nostri giorni, basandosi su materiali d’archivio.
Charles Gaines presenta la sua nuova magistrale composizione originale per la 56. Biennale Arte, tratta dal corpus del suo lavoro più recente, Notes on Social Justice, una serie di disegni in grande scala di partiture musicali di canti.
Mathieu Kleyebe Abonnenc presenterà alla Biennale Arte un memoriale temporaneo alla musica e alla personalità del musicista, cantante e straordinario compositore afroamericano Julius Eastman (1940-1990), il cui singolare e inimitabile contributo alla musica classica, contemporanea e d’avanguardia sarà esposto nell’ARENA per tutta la durata dell’Esposizione.
The TOMORROW punterà l’attenzione su Das Kapital, non solo come ambito astratto di apparati economici e logici, ma piuttosto come potenziale ricettacolo di storie e figure. Nella 56. Biennale Arte, The TOMORROW cercherà di immaginare i personaggi e le figure che potrebbero utilizzare il repertorio di Marx nel contesto contemporaneo. Tales on Das Kapital è una ricerca che si propone di interpretare teatralmente il Capitale attraverso la partecipazione di soggetti non moderni. The TOMORROW organizzerà dei seminari, da tenersi nei weekend, con l’obiettivo di investigare la dimensione narrativa ed epica del testo di Marx.”
“Le performance e le azioni dal vivo si svilupperanno nel Padiglione Centrale attraverso l’ARENA, all’interno della Biblioteca della Biennale, dove sarà consultabile NOA (Not Only Arabic) di Mounira Al Solh, una rivista periodica in edizione limitata fondata nel 2008, per una consultazione individuale da concordare su appuntamento. Durante la vernice, dal 6 all’8 maggio, Lili Reynaud Dewar e i suoi studenti daranno vita a una lettura, anche questa nella Biblioteca, di una selezione di testi che coprono un arco di tempo che va dalla metà degli anni ’90 a oggi: analisi, testimonianze, manifesti approfondiranno temi come l’intimità, la vulnerabilità e la promiscuità correlati all’epidemia di AIDS.”
“A collegare le due sedi principali della Mostra (Giardini e Arsenale) sarà Saâdane Afif con The Laguna’s Tribute: A Corner Speaker in Venice, performance che si svilupperà all’inizio di Via Garibaldi (lato Canal Grande). Sarà allestito uno speakercorner locale che presenterà al pubblico letture e canterà canzoni scritte da amici dell’artista.”
“Anche l’Arsenale sarà il palcoscenico di diverse performance, a cominciare dal nuovo progetto di Jennifer Allora e Guillermo Calzadilla, In the Midst of Things, che coinvolgerà un coro nell’interpretazione di un arrangiamento di Die Schöpfung (La Creazione) di Joseph Haydn.”
“Le Corderie ospiteranno Theaster Gates con la sua nuova installazione multimediale Martyr Construction. L’opera affronta la questione del ripetuto smantellamento e della scomparsa di numerose chiese appartenenti a quartieri con etnie afroamericane e ispaniche in tutti gli Stati Uniti.”
PRESENTAZIONI SPECIALI
“Mentre il cardine di All the World’s Futures rimane un corpus assai ampio di nuove opere commissionate specificamente agli artisti per la 56. Biennale Arte – una selezione senza precedenti di progetti qui esposti per la prima volta – l’Esposizione dedicherà particolare attenzione anche a una rassegna di prospettive storiche realizzate da artisti viventi e non. Queste rassegne, organizzate in forma di piccole antologie, spaziano da una serie di neon testuali – realizzata da Bruce Nauman tra il 1972 e l’inizio degli anni ’80 – a un atlante della filmografia di Harun Farocki che comprende complessivamente 87 film. La Biennale Arte presenterà inoltre le opere di alcune figure magistrali, tra le quali ricordiamo il fotografo Walker Evans, con un set completo tratto dall’edizione originale di Let Us Now Praise Famous Men; il cineasta Sergej Ejzenstejn; l’artista multimedialeChris Marker; l’installation artist Isa Genzken; lo scultore-compositore Terry Adkins; l’autore-regista Alexander Kluge; l’installation artist Hans Haacke; l’artista concettuale Teresa Burga; il performance artist Fabio Mauri; lo scultore Melvin Edwards; la pittrice Marlene Dumas; l’artista-attivista Inji Efflatoun; il land artist Robert Smithson; la pittrice Emily Kngwereye; il regista Ousmane Sembène; lo scultore Ricardo Brey; l’artista concettuale Adrian Piper, e altri pittori comeTetsuya Ishida e Georg Baselitz.”
“Questa raccolta di pratiche artistiche provenienti da Africa, Asia, Australia, Europa, Nord e Sudamerica costituisce la ricerca di nuove connessioni nell’impegno con cui gli artisti indagano la condizione umana, o esplorano idee specifiche e aree di produzione all’interno della loro opera.”
“The Invisible Borders Trans-African Project è un’organizzazione fondata nel 2009 in Nigeria che riunisce artisti africani – soprattutto fotografi, scrittori e cineasti – con l’impegno e la passione del cambiamento sociale, per riflettere sulla questione delle frontiere e sulle implicazioni connesse nell’Africa del 21° secolo. Invisible Borders presenterà alla 56. Esposizione il suo Trans-African Worldspace, una panoramica della produzione fotografica e audiovisiva più recente e attuale realizzata dalla piattaforma. Tale produzione sarà generata e inclusa nella presentazione con una cadenza regolare, durante i sette mesi di apertura dell’Esposizione. Inoltre, il gruppo presenterà nell’ARENA il documentario Invisible Borders 2011, The Film, che sarà seguito da una discussione sullo stato delle cose nella scena dell’arte contemporanea trans-africana e le idee critiche poste al centro dell’attività.”
Abounaddara è un collettivo anonimo di cineasti siriani che lavora su documentari estemporanei, altrimenti conosciuto come “cinema di emergenza”, e che ha riflettuto a lungo sul diritto all’immagine. Il gruppo impiega un’estetica di disorientamento e do-it-yourself, autoproducendo i propri film e distribuendoli online per evitare la censura politica e i costrittivi dettami dell’industria dei media e dell’entertainment. Dalla sua fondazione, nel 2010, Abounaddara ha realizzato una serie di brevi documentari che celebrano la vita quotidiana della gente comune in Siria. In seguito alla sollevazione popolare del marzo 2011, il collettivo ha iniziato a produrre un breve film ogni venerdì, un’iniziativa tuttora in corso, realizzata grazie a una rete di cineasti volontari che operano in segreto per motivi di sicurezza. Nell’ARENA della 56. Esposizione Abounaddara presenterà ogni venerdì, in prima rappresentazione, un’installazione video di una selezione di film tratti dall’ampio corpus dei lavori già realizzati dal collettivo e anche una nuova pellicola.
Biennale Sessions, il progetto per le Università
Si rinnova per il sesto anno consecutivo, e dopo il successo degli anni precedenti, il progetto Biennale Sessions che la Biennale dedica alle istituzioni operanti nella ricerca e nella formazione nel campo delle arti o nei campi affini, Università e Accademie di Belle Arti. L'obiettivo è quello di offrire una facilitazione a visite di tre giorni da loro organizzate per gruppi di almeno 50 tra studenti e docenti, con vitto a prezzo di favore, la possibilità di organizzare seminari in luoghi di mostra offerti gratis, assistenza all'organizzazione del viaggio e soggiorno.
Educational
Anche per il 2015 è prevista l’attività Educational che si rivolge a singoli e gruppi di studenti delle scuole di ogni ordine e grado, delle università e delle accademie d'arte, professionisti, aziende, esperti, appassionati e famiglie. Le iniziative mirano a un coinvolgimento attivo dei partecipanti e si suddividono in Percorsi Guidati e Attività di Laboratorio.
L'offerta editoriale
Il catalogo della Biennale Arte 2015 si compone di due volumi. Il primo descrive la Mostra Internazionale attraverso un ampio saggio del curatore, articolato in capitoli che scandiscono le biografie narrative degli Artisti invitati e le immagini delle loro opere. Il secondo volume è dedicato alle Partecipazioni Nazionali e agli Eventi Collaterali. Una guida breve della Mostra è lo strumento indispensabile per la visita contenendo informazioni su tutti gli Artisti, i Padiglioni Nazionali e gli Eventi Collaterali. Il progetto grafico dell'Esposizione e dei prodotti editoriali è firmato da Chris Rehberger e dal suo studio Double Standards di Berlino. Tutti i volumi sono realizzati da Marsilio Editori.
La 56. Esposizione Internazionale d’Arte è realizzata anche con il sostegno di Swatch, partner della manifestazione.
ENEL main sponsor, Japan Tobacco International, Vela-Venezia Unica, illycaffè e VEDE-Venice Excellence Design. Ringraziamenti a Cleary Gottlieb Steen & Hamilton LLP,Adecco e Ferrovie dello Stato Italiane.
Si ringrazia il Ministero per i Beni e le Attività Culturali che in un momento non facile per la finanza pubblica mantiene il suo decisivo supporto, le Istituzioni del territorio che in vario modo sostengono la Biennale, la Città di Venezia, la Regione del Veneto. Si estende il ringraziamento alla Marina Militare e alle Soprintendenze veneziane.
Un ringraziamento va ai numerosi Donors, particolarmente importanti nella realizzazione della 56. Esposizione.
In particolare i nostri ringraziamenti vanno a Okwui Enwezor e a tutto il suo team.
Grazie infine a tutte le grandi professionalità della Biennale applicate con grande dedizione alla realizzazione e alla gestione della Mostra nei 6 mesi e mezzo di durata.
PDG ARTE COMMUNICATIONS NEL 2014
Anche nel 2014 siamo i primi: La produzione culturale a Venezia. Gli eventi, i produttori, i fruitori.