USA – BULGARIA - GINA BREZINI 

Picasso ha detto che l’arte lava via la polvere della vita quotidiana. Questa installazione,

 metafora dell’essenza purificante e trasformatrice dell’arte, riproduce suoni e musica come veicolo della sacra unione tra il maschile e il femminile, espresso visivamente attraverso il cerchio ricettivo del femminile e il lingam fallico del violino rosso che penetra l’eternità del tempo.
Prayer è un’opera d’arte concettuale che misura 5,2 x 6 m. Sebbene gli aspetti visivi siano sottolineati attraverso forma, colore e consistenza, l’installazione nel suo complesso ribadisce gli attributi del suono nelle sue varie espressioni - parole, pensieri, canzone, poesia, musica e preghiera. Per coinvolgere altri sensi nella sperimentazione di quest’opera, ho aggiunto inoltre la vibrazione della musica scegliendo una canzone dal titolo Mantra della gioia in cui la voce di una giovane si fonde al famoso canto di gola dei monaci tibetani. Tradizionalmente si ritiene che questo mantra rinnovi, rivitalizzi e riorganizzi ogni cosa per superare con successo gli ostacoli. Nell’erba sono nascosti un riproduttore di CD e amplificatori in maniera che lo spettatore possa vivere il mistero del suono entrando nell’installazione.
Al centro di un cerchio formato da veri violini nelle loro custodie blu aperte si erge l’elemento scultoreo centrale, il violino rosso, punto focale dell’installazione, sorretto da una torre porta-CD che funge da prolungamento simbolico di ciò che abbiamo già appreso dai nostri predecessori. Qui decostruisco e ridispongo la forma classica del violino che ci è familiare per conferirle una nuova dimensione e un nuovo significato. In tal modo diventa l’ego, lacerato dal conflitto e dal dolore nel suo desiderio di creare e unirsi all’universo come grande fonte di guarigione e ispirazione. La scritta I am (io sono) è costituita dalla freccia verticale del violino rosso e dalla lettera m sul terreno. È l’ego che crea restando aperto, vulnerabile, diverso. Radicato nella conoscenza registrata del passato, punta a penetrare il mistero dell’ignoto tentando di armonizzarsi con una forza in continua espansione che tutto intesse in un insieme unitario, per congiungere in uno sforzo ultimo la volontà artistica dell’ego alle leggi cosmiche.
Sui vari elementi scultorei sono applicati strati di pittura rossa. Il rosso è il colore della vita, della vitalità e del coraggio, ma anche il colore del conflitto. La cornice attorno al violino allude all’arte visiva. Le lettere scolpite servono a esprimere un’ulteriore dimensione sonora. Tutto questo contribuisce a far risaltare i neoscoperti contorni del violino.
In tal senso, l’opera è un desiderio di scoperta in senso letterale e figurativo, la mia scoperta della sopravvivenza, dell’arte come lancia audace e curatrice che, affiorando dalla terra, punta verso i cieli. È un’installazione-meditazione, una preghiera visiva, un tempio contemporaneo dedicato alla divinità che ci nutre e ci sostiene nell’aspirazione perpetua verso la crescita, il perfezionamento e la compiuta espressione dell’essenza di ciò che siamo.
Il mio intento con quest’opera è diffondere le vibrazioni curative della prosperità e della gioia nell’ambiente circostante raggiungendo chiunque vi sia esposto o partecipi alla sua realizzazione.
 

 

Testo a cura dell’Artista