INCONTRO TRA VENETO E SINGAPORE
Fonte: Ufficio Stampa Regione Veneto
CULTURA: INCONTRO TRA VENETO E SINGAPORE
COMUNICATO STAMPA N. 1799 DEL 20/10/2003
(AVN) - Venezia, 20 ott. - Esistono più punti di contatto tra Veneto e Singapore, a partire dal leone che è il simbolo di entrambi. Il dato è emerso nel corso dell'incontro che l'assessore regionale alla cultura e all'identità veneta Ermanno Serrajotto ha avuto oggi a Palazzo Balbi con il ministro per l'informazione, le comunicazioni e le arti della Repubblica di Singapore Lee Boon Yang. Il ministro è a Venezia in questi giorni per visitare la 50.ma Esposizione Internazionale d'Arte della Biennale, dove Singapore è presente con tre artisti.
Proprio in relazione a questo l'assessore Serrajotto ha fatto presente che il Veneto è ricco di importanti eventi, attività e beni culturali da far conoscere a livello internazionale. Un patrimonio - ha aggiunto - a cui si può guardare con maggiore sensibilità grazie ad un'economia regionale che funziona bene. Veneto e Singapore hanno in comune, tra l'altro, la storica propensione per i commerci internazionali, che resta ancora oggi alla base delle rispettive economie, e l'utilizzazione di forza lavoro immigrata.
Il ministro, illustrando le caratteristiche della Repubblica asiatica che ha circa 4 milioni di abitanti, ha delineato una società multietnica, multilinguistica e multiculturale, aspetti che si ritrovano anche nelle varie espressioni artistiche. Le relazioni culturali tra Italia e Singapore sono intense e in questo quadro - è stata la conclusione - il rapporto con il Veneto può conoscere significativi sviluppi. Il ministro era accompagnato anche da Paolo De Grandis, commissario aggiunto per la partecipazione di Singapore alla Biennale di Venezia.
UNA CINA PIÙ APERTA AL MONDO?
Fonte: gazzetta di sondrio
Una Cina più aperta al mondo?
di Maria De Falco Marotta - Antonio De Falco
A COLLOQUIO CON Zhang Jianda
Ad Open 2003 ARTE E CINEMA(Lido di Venezia), come apertura di nuove frontiere espressive, hanno partecipato, per la prima volta, artisti provenienti da ogni dove dell’Asia, compresa la Cina, con Hsiao Chang Cheng (Guilin Yuzi Paradise, Repubblica Popolare Cinese),
Al ricevimento in loro onore, abbiamo potuto parlare con il Primo Segretario, Dott. Zhang Jianda dell’Ufficio Culturale dell’Ambasciata della Repubblica Popolare Cinese nella Repubblica Italiana, per avere notizie “politiche” su quello che si dice sulla Cina “globalizzata”. Sembra, secondo le sue dichiarazioni che tutto fili per il meglio(sic!) e mai il suo Paese si è mostrato ostile agli altri( e ci vorrebbero tutti i rumori dei nostri eroi fumettistici per manifestare il dissenso su tale “coraggiosa” affermazione, visto le notizie “altre” che abbiamo della Cina).
Domande & Risposte
- Signor Segretario artisti cinesi partecipano ad Open2003.
Come mai la Cina si sta aprendo a manifestazioni di questo genere nei paesi occidentali?
Ciò accade perché in Cina c’è apertura e libertà per ogni tipo di arte. Prima si privilegiava l’arte grafica, ora c’è partecipazione a tutte le manifestazioni moderne, ovunque siano. Ciò significa anche passaggio della Cina verso il mondo.
E’ sorprendente che la Cina si sia allargata al mondo occidentale. Questo miracolo, se vogliamo chiamarlo così, a cosa è dovuto?
Tutto dipende dalla politica di apertura del governo cinese. Già all’inizio degli Anni Settanta la Cina ha cominciato la riforma economica, con un’apertura all’estero. Non solo nel settore economico- industriale, ma anche in quello culturale per imparare tutte le cose buone ed utili
dai vari paesi da adattare al nostro popolo. Ora questa tendenza è molto forte
- In Cina vi sono più tradizioni religiose( universismo, taoismo, confucianesimo, buddhismo…). Cosa possono offrire gli occidentali a voi e cosa questi possono attingere dalla vostra vastissima cultura?
In Cina c’è la massima libertà di credere ad ogni religione e anche il governo non interviene in merito. Gli occidentali debbono, pertanto, recepire questo spirito di libertà che circola tra le genti cinesi. Non si esclude la possibilità di scambio tra le religioni ed i loro rappresentanti. Come non si esclude l’influsso benefico delle nostre tradizioni culturali sulla cultura occidentale, specie per il valore della famiglia. Nell'ultimo decennio, grazie a inchieste e ricerche di attenti studiosi, si è fatta strada la convinzione che nello studio della religione vanno privilegiati i fenomeni sociali, cioè l'esperienza della gente, per capirne l'impatto anche nella nuova economia di mercato. Attualmente gli studiosi del settore si augurano che alla ricerca possano partecipare anche esperti provenienti dagli stessi ambienti religiosi. Ultimamente la diocesi cattolica di Pechino ha potuto costituire un Istituto di Studi su Cristianesimo e Cultura: così studiosi cinesi e cattolici impareranno assieme le relazioni fra il cattolicesimo e la cultura cinese.
- Qual è attualmente, la vostra considerazione della famiglia? E i giovani come reagiscono?
Noi non mettiamo tutto sullo stesso piano. La famiglia tuttora riveste un peso fondamentale nella società. I giovani riscoprono nella famiglia i valori maggiori, tra cui la cura degli anziani. Ciò non viene fatto come un peso familiare, ma come un sentimento naturale, un dovere. Questo in Cina discende dal fatto che i giovani difficilmente si allontanano dal loro nucleo familiare, così che l’affetto- rispetto cresce con loro, perciò è del tutto naturale che poi essi si prendano cura dei loro genitori.
L'istruzione lasciataci da Confucio oltre 2000 anni fa: "L'uomo benevolo ama gli altri" vale anche oggi. Se ognuno seguisse la regola di Confucio di non fare agli altri ciò che non vuole per sé, tutti si sacrificherebbero un po' ma tutti ne avrebbero beneficio.
- Cosa ci dice in merito alla politica di pianificazione delle nascite?
E’ una politica dovuta alla necessità di non esasperare il contenimento della popolazione in un’enorme crescita. Tutte le coppie rispettano tale politica, limitando la procreazione a uno due figli al massimo, specialmente nelle campagne, per motivi di collaborazione lavorativa. Il governo di Pechino, infatti, da quest’anno, ha autorizzato la procreazione di due figli, perché è capitato che una coppia di sposi fosse formata da due figli unici( e ciò neanche è utile per il progresso del nostro Paese).
Ed ora una domanda più spinosa. Il governo cinese perseguita ancora le religioni e le sette come il Falun Gong. La vostra conclamata libertà per ogni culto, dove va a finire?
In Cina godono tutti di libertà di religione. Per quanto riguarda il Falun Gong, è perseguitata per la ragione che questa pseudo- religione, è un’associazione malvagia, satanica che tende solo ad ingannare la gente. Quindi, non è da considerarsi religione. In Cina si sono verificati molti casi di persone che abbracciano questa religione e poi uccidono moglie, padre, madre. Abbiamo prove di ciò.
- E per quanto riguarda la libertà della gioventù?
La gioventù è stata spesso ossessionata e manovrata da gruppi che volevano la caduta del governo. Gli studenti credevano a quello che veniva inculcato da queste persone e compivano atti scellerati, per cui il governo è stato costretto ad adottare misure adeguate per tornare alla normalità.
Tutto questo credo sia nato dal fatto che mancava la comunicazione e, quindi, c’era una situazione di crisi dovuta all’isolamento culturale. In ogni caso, gli interventi del governo non possono considerarsi motivi di oppressione, ma ristabilimento dello status quo.
- Ora i confini si sono aperti. Lei afferma che in Cina c’è la massima libertà per alimentare lo scambio economico- culturale con l’occidente. Cosa si può prevedere?
Spero che l’Italia e la Cina possano anche in avvenire collaborare per scambi culturali ed economici. Il mio Paese nutre un grande interesse per l’Italia, così ricca di storia culturale ed economica.
Insomma, la globalizzazione ha infettato anche voi. Per voi è un bene?
Sì e credo che gli scambi culturali siano prevalenti.
La Biennale di Venezia 9. Mostra Internazionale di Architettura
La vernice si svolgerà il 9, 10 e 11 settembre 2004 e sarà così articolata:
9 settembre 2004
dalla 10.00 alle 14.00: riservato esclusivamente agli operatori della stampa e dell’informazione,
dalle 14.00 alle 20.00: riservato Commissari, Curatori, Commissari aggiunti, espositori Paesi e Mostra Internazionale, Legazioni diplomatiche, ospiti istituzionali
ore 19.00: Iniziativa speciale presso le Tese dell’Arsenale.
10 settembre 2004
dalla 10.00 alle 14.00: riservato esclusivamente agli operatori della stampa e dell’informazione.
dalle 14.00 alle 22.00: riservato ospiti Paesi e ospiti Biennale,
ore 18.30: Consegna dei Leoni d’oro presso le Tese dell’Arsenale.
11 settembre 2004
dalle 10.00 alle 22.00: riservato ospiti Paesi e ospiti Biennale,
ore 17.30: Iniziativa speciale presso le Tese dell’Arsenale
VENICE VILLAGE
Fonte: http://www.culturalweb.it
“VENICE VILLAGE”: 1° PROGETTO ESPOSITIVO DI ARTISTI INTERNAZIONALI RESIDENTI A VENEZIA
Il Circolo Artistico di Venezia organizza “VENICE VILLAGE”: 1° progetto espositivo di artisti internazionali residenti a Venezia. La mostra, che sarà inaugurata il 4 giugno presso Palazzo delle Prigioni, è il frutto di una ricerca svolta sulla base delle nuove presenze artistiche internazionali che arricchiscono e contaminano il contesto culturale veneziano e ne traccia un excursus espressivo in seno ad una nuova e ritrovata coscienza multietnica.
Nello svolgimento dell’inaugurazione, sarà premiato il primo artista selezionato, che avrà l’opportunità di realizzare un’opera in vetro presso la Fornace Berengo Fine Arts di Murano – Venezia, e presentarla nel corso del periodo espositivo. La mostra, ideata ed a cura di Paolo De Grandis, che si terrà dal 5 al 20 giugno 2004 presso Palazzo delle Prigioni, è un interessante tentativo di opporsi all’uniformità culturale ed artistica per dare ampio spazio ad una logica cosmopolita, in una condizione di maggiore apertura e libertà espressiva, eludendo qualsiasi inibizione e progetto che sia il risultato di espressioni omologate tra loro da un unico linguaggio.
Varietà di stili e di esperienze, inedite interpretazioni contraddistinguono i mondi, che comprendono in gran parte l’est europeo, la Spagna, l’Iran, la Grecia fino ad arrivare al Giappone ed alla Corea. I ventitré artisti partecipanti, danno libera espressione ad un’idea di arte che aderisce al sostrato culturale veneziano ed allo stesso tempo instaura una catena di corrispondenze dinamiche che concorrono a delimitare quella zona franca dove non esistono barriere culturali ma il vivo desiderio di una profonda relazione con il mondo.
Progetto collettivo, mostra, ma soprattutto una successione di individualità a rappresentare la natura di “VENICE VILLAGE”, spazio aperto al confronto e officina creativa che trova nuove sinergie e connessioni nella permanente nobiltà storica dello spazio espositivo di Palazzo delle Prigioni. Molte sono le presenze emergenti, in parte leve dell’Accademia di Belle Arti di Venezia e, nondimeno, quelle affermate come Tuschida Yasuhiko. L’artista giapponese, trapiantato a Venezia dall’inizio degli anni novanta, fonde l’esperienza acquisita dalle maestranze delle vetrerie di Murano, ad una sorprendente capacità espressiva che si traduce nell’opera Le finestre sacre affacciate sulla città, ovvero aperture, intese come spazi emananti calore e sensibilità. Nataša Radović, di origini croate, affinatasi nelle sperimentazioni della luce, usa il mezzo fotografico applicandolo agli spazi urbani ed industriali. Il dittico fotografico Egometric consiste in una ricerca che esalta l’effimero nei linguaggi multimediali.
La rassegna è inoltre una viva testimonianza di quelle tendenze artistiche che sembrano recuperare il sempre più florido interesse verso l’arte figurativa, ricorrendo all’utilizzo della tela nelle sue accezioni più tradizionali ed in quelle più innovative. L’artista greco Thanos Zakopoulos è senza dubbio un personaggio della frontiera, i suoi lavori, strettamente connessi alla tematica della spazio, inteso come presenza e assenza, sono il risultato di multiple aggregazioni di pannelli realizzati con tecniche e materiali diversi.
L’esposizione offre dunque uno spaccato completo e stimolante del cosmopolita milieu artistico veneziano ed ugualmente diviene una concreta opportunità di promozione e divulgazione dell’arte attraverso lo scambio di esperienze ed il piacere dell’interazione.
5 - 20 giugno
Palazzo delle Prigioni, Castello 4209 - 30122 Venezia
orario 10.00 - 18.00 tutti i giorni
a cura della Redazione CulturalWeb
Rosa Martinez
Biennale 2005
Fonte: La Biennale


Nel 2005 saranno due i Direttori che cureranno l'Esposizione Internazionale d'Arte della Biennale di Venezia: si tratta per la prima volta di due donne, le spagnole Maria de Corral e Rosa Martinez. Sempre nel 2005, in autunno, la Biennale promuoverà un simposio internazionale sull'arte contemporanea, che sarà curato dall'americano Robert Storr.
La scelta, condivisa dal Consiglio d'Amministrazione, è stata effettuata dal Presidente della Biennale Davide Croff, che ha voluto anche con queste nomine favorire il rafforzamento della Biennale di Venezia nel settore delle Arti Visive, in piena coerenza e continuità con la sua grande tradizione ultracentenaria.
Nelle intenzioni del Presidente Croff, la Fondazione dovrà ora costituire un interlocutore attivo, un referente impegnato e attento, non un mero contenitore, per le attività nel Settore delle Arti visive. I Direttori - nella loro piena autonomia culturale - elaboreranno i propri progetti espositivi in linea con gli indirizzi e gli obiettivi tematico-culturali che la Biennale ha loro proposto, e che in questi ultimi mesi ha insieme a loro condiviso e precisato.
La nuova iniziativa della Fondazione ha un respiro triennale. Nel 2005 il progetto espositivo affronterà lo stato dell'arte contemporanea da due punti di vista: uno primo sguardo sul rapporto tra il presente e il passato più significativo; un secondo sguardo sul rapporto tra il presente e le tendenze più innovative.
Le due sezioni saranno proposte in due spazi distinti, e saranno curate ognuna da una dei due Direttori. Maria de Corral curerà al Padiglione Italia la mostra che proporrà un approccio anche retrospettivo. Rosa Martinez realizzerà all'Arsenale di Venezia la mostra maggiormente dedicata ai linguaggi più nuovi. Entrambe potranno elaborare scelte motivate, coraggiose, anche tendenziose, per progetti espositivi che la Biennale vorrebbe fortemente caratterizzati. Robert Storr coordinerà, con un simposio in autunno, un progetto di analisi e studio sullo stato dell'arte contemporanea (i suoi statuti, i suoi linguaggi, i nuovi e vecchi paradigmi) invitando a Venezia le maggiori personalità del mondo dell'arte contemporanea per un confronto tra artisti, teorici, critici ed esperti.
Il simposio del 2005 costituirà la premessa e il punto di partenza per l'Esposizione Internazionale d'Arte del 2007, che sarà diretta dallo stesso Storr.
Il progetto, che nell'arco dei tre anni si svilupperà secondo un articolato percorso di iniziative, che interesseranno città e istituzioni nazionali e internazionali, è frutto di un'elaborazione congiunta che la presidenza e i responsabili della Biennale hanno precisato in questi mesi con i Direttori oggi prescelti.
Maria de Corral e Rosa Martinez sono due esperte tra le più impegnate e apprezzate a livello internazionale. L'una formatasi a Madrid, l'altra a Barcellona, rappresentano due diverse generazioni, i cui percorsi professionali si sono non casualmente intrecciati: entrambe curatrici del Padiglione della Spagna alla Biennale, rispettivamente nel 1986 e nel 2003, sono due personalità caratterizzate da una comune matrice culturale, necessaria per favorire la coerenza tra le due sezioni loro affidate. Robert Storr, artista e critico di fama mondiale, è stato curatore del Museo d'Arte Moderna di New York e ha già partecipato alla Biennale di Venezia.
I tre Direttori/Curatori, con le loro esperienze e la reciproca conoscenza, permettono la realizzazione del progetto triennale nel segno di una proficua collaborazione e di una piena sintonia.