Venezia Arte Contemporanea e Spazi Espositivi
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Pubblicato: 03 Aprile 2014

Una mostra celebra «10 artisti al Fondaco Marcello»
Fonte: La Nuova

Esploratori dell’arte moderna con gli occhi della giovinezza, ma con esperienze importanti già messe dietro le spalle. Sono loro i protagonisti di «10 artisti al Fondaco Marcello», mostra dedicata ai giovani che si stanno aprendo un varco nel mondo a volte dorato dell’arte contemporanea, visitando panorami legati alla fotografia, alla pittura o alle installazioni nelle loro variegate forme. Una rassegna organizzata dall’Accademia delle Belle Arti di Venezia, per dare spazio ad alcuni dei suoi ex allievi che hanno mantenuto le promesse, in collaborazione con la Biennale e co-organizzata da Arte Communications. Teatro, dal 9 al 20 dicembre sarà il Fondaco Marcello, spazio che dopo un accurato restauro ha trovato la sua giusta collocazione nell’ospitare l’arte affacciata sul Canal Grande a due passi da campo Sant’Angelo. E che fino a poche settimane fa è stato padiglione per gli artisti di Hong Kong alla 51a Biennale d’Arte. Curatori di questa nuova esposizione sono invece Paolo De Grandis e Gloria Vallese, che hanno preparato un delicato buffet per palati fini del settore in contemporanea con il simposio «Modernità molteplici e Salon globale: dove i mondi dell’arte si incontrano», organizzato dal 9 al 12 dalla Biennale a Palazzo Franchetti. Occasione in cui si confronteranno critici ed esperti di economia dell’arte, curatori e responsabili di musei.
 I protagonisti della mostra sono invece giovani come Danila Zanotto con i suoi abiti scultura, oppure Primoz Bizjac capace di catturare struggenti fotogrammi notturni di una Sarajevo stremata dalla guerra. E poi calchi in gesso, oli e acrilici, acquerelli oppure pastelli; fino alla spettacolare installazione barocca con duemila uccellini prodotti in carta ad origami e realizzata da Martin Emilian Balint. Il nuovo che avanza e che inquadra, osserva e traduce in nuove visioni artistiche il mondo che lo circonda. Artisti che hanno percorso strade diverse ma che si sono intersecate stavolta al Fondaco Marcello dove venerdì 9 alle 18.30 si terrà la vernice. Mostra che poi rimarrà aperta tutti i giorni sino al 20 dalle 10 alle 18.
(Simone Bianchi)

 

 

Pubblicato: 03 Aprile 2014

Biennale di Venezia
Fonte: Biennale di Venezia

Davide Croff è stato designato dal ministro Urbani alla presidenza della Biennale. Il Cda è così composto: Davide Croff; Paolo Costa, vice-Presidente; Giancarlo Galan, Presidente della Regione Veneto, o un suo delegato; Luigino Busatto, Presidente della Provincia di Venezia, o un suo delegato; l'Avv. Bruno della Ragione.

 

 

Pubblicato: 03 Aprile 2014

La Biennale di Venezia

l nuovo Consiglio di Amministrazione della Fondazione la Biennale di Venezia, presieduto da Paolo Baratta, si è riunito per la prima volta oggi 16 gennaio 2008 nella sede di Palazzo Querini Dubois e ha proceduto alle nomine del Direttore della11. Mostra Internazionale di Architettura

allo statunitense di formazione olandese Aaron Betsky - già per tre volte curatore del Padiglione dei Paesi Bassi nelle ultime Biennali di Architettura e Leone d’Oro per la migliore partecipazione nazionale nell’edizione del 2002 – è stato affidato l’incarico della 11. Mostra Internazionale di Architettura;

Aaron Betsky, già direttore per sei anni del Netherlands Architecture Institute (NAI) di Rotterdam, uno dei più importanti musei e centri di architettura del mondo, e dallo scorso anno Direttore del Cincinnati Art Museum, curerà la 11. Mostra Internazionale di Architettura Out There. Architecture Beyond Building che sarà inaugurata al pubblico domenica 14 settembre e sarà aperta fino al 23 novembre 2008 (vernice 11, 12 e 13 settembre). Sempre più spesso – nella visione di Betsky - gli edifici del nostro tempo, nonostante i proclami e gli sforzi, non riescono a farci sentire a nostro agio nelle mutevoli necessità della contemporaneità. Dobbiamo essere disposti a usare ogni forma, immagine e “tattica” che ci aiuti a inquadrare, capire e organizzare un mondo che è in costante mutamento. La sostanza che alimenta questa trasformazione dobbiamo assorbirla dall'arte, dall'architettura del paesaggio, dall’interior design, dai media emergenti e dalla letteratura. Non dobbiamo lasciare che gli edifici soli protagonisti diventino la tomba dell'architettura, ma impegnarci per realizzare un'architettura che sentiamo nostra, che ci aiuti a capire e a rappresentare il mondo in cui viviamo. L'11. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia presenterà installazioni appositamente realizzate, manifesti d’intento e scenari di un "pensare/essere architettura" che va oltre il costruire. Saranno esposte le architetture sperimentali da tutto il mondo e i più significativi aspetti delle sperimentazioni nell'attività progettuale attuale.

 

 

Pubblicato: 03 Aprile 2014

BIENNALE Adesso Storr vuota il sacco

 

Venezia. Robert Storr, come direttore della Biennale di Venezia nel 2007, era considerato una scelta prestigiosa. Ha realizzato, come ci si aspettava, una mostra che comprendeva artisti affermati con i quali aveva collaborato durante la sua lunga carriera di curatore del Dipartimento di Disegno e di Scultura al Museum of Modern Art di New York. In più, ha compiuto un grande sforzo per esporre un buon numero di opere da regioni normalmente in secondo piano rispetto ai centri più noti della produzione artistica. Tuttavia Storr con la sua Biennale ha sollevato negli ambienti artistici e nella stampa italiani un’ondata di critiche inaspettatamente accanita. In questa intervista in esclusiva, replica ai suoi detrattori e argomenta nello specifico questioni che hanno suscitato particolare scalpore.
Robert Storr, se guarda indietro alla sua esperienza di commissario della Biennale di Venezia lo fa con orgoglio, piacere, disappunto, frustrazione o rabbia?
Orgoglio e piacere, ma anche molta frustrazione. Alla fine abbiamo fatto una bella mostra: una mostra complessa, coerente e seria, così come veramente internazionale, multi generazionale, comprensiva di tutte le tecniche e di molte tendenze artistiche. Inoltre era accessibile al pubblico non specialistico senza cedere alla tentazione del populismo, dello spettacolo o dell’euforia di mercato. Penso anche che abbiamo stabilito alcuni utili precedenti istituzionali, innanzi tutto i padiglioni dell’Africa e della Turchia, che per la prima volta erano collocati in una delle aree principali della Biennale e non come in precedenza in spazi periferici in affitto. Sulla base di questi risultati mi auguro che questo si ripeterà di nuovo la prossima volta e che l’India si unirà loro al centro della Biennale, come abbiamo cercato di fare questa volta. Un altro risultato positivo è stato il simposio sulle biennali che abbiamo organizzato. Gli atti sono appena stati pubblicati e prevedo che saranno utili a chi vorrà riflettere sulle questioni sollevate da questo modello di mostra e dalla sua storia, non ultimi a coloro che hanno correttamente avvertito il bisogno urgente di ridefinire la formula di Venezia. A proposito, noto che le autorità regionali e il sindaco di Venezia, Massimo Cacciari, che ho invitato al nostro simposio nel 2005, hanno appena organizzato un altro incontro sul futuro della Biennale, e presumo che la loro discussione fosse per certi aspetti una continuazione di quelle incominciate da noi.
Quando dico «noi» intendo la mia fantastica specialista veneziana, la dr.ssa Francesca Pietropaolo, laureata alla New York University, che ha collaborato al simposio e al catalogo della mostra, lo staff della Biennale, spesso oberato di lavoro e poco apprezzato ma che, secondo la mia esperienza, ha lavorato in modo eccezionale e sotto una eccezionale pressione. E naturalmente ci sono gli artisti che hanno fatto un tale sforzo in questa occasione nonostante lo scetticismo dovuto alla reputazione della Biennale di prendere gli artisti per scontati.
La mia frustrazione deriva dal fatto che la reputazione ha reso un cattivo servizio ed è stata innescata dall’ex direttore generale Renato Quaglia e dall’ex presidente Davide Croff che, nonostante qualche buona parola in pubblico, sono stati spesso indifferenti o sprezzanti nei confronti degli standard professionali curatoriali.
Ad esempio, al simposio del 2005, nonostante i miei avvertimenti, Croff annunciò che da quel momento la Fondazione per la Biennale avrebbe scelto i temi delle Biennali, cosa che scatenò un’ondata di proteste da parte di cinque precedenti direttori, di fronte ai quali l’annuncio era stato fatto, e da parte di molti artisti nel pubblico. Quindi di colpo tagliò il dibattito. Questa cosa fece arrabbiare a tal punto un artista da suggerirgli un boicottaggio della mostra da parte degli artisti, in considerazione di ciò che sembrava un golpe nella Biennale. Cercai di dissuaderlo ma spesso, durante i tre anni successivi mi sono chiesto se un boicottaggio non sarebbe stato davvero quel che ci voleva per ricordare all’amministrazione che artisti e curatori non possono essere trattati con un simile disprezzo.
Non ci sono parole per descrivere il disprezzo che Renato Quaglia ha dimostrato nei confronti di tutti i direttori recenti, degli artisti e dei mecenati che erano essenziali per il progetto. Ma questo è in parte perché, mentre era ancora un dipendente della Biennale (dopo aver lasciato però il suo incarico alle arti visive) ha pubblicato ingiuriosi attacchi contro di me sul Giornale dell’Arte e quindi, in un tentativo di vanificare ogni reazione, minacciò un’azione legale quando parlai apertamente della sua interferenza oltraggiosa e del suo ostruzionismo. Il fatto che Croff non abbia mai completamente smentito le false accuse di Quaglia secondo cui avrei sforato il budget (tutte le mie spese erano state approvate da Quaglia e Croff) e che non abbia rispettato i tempi di realizzazione (i ritardi furono in gran parte causati dalle ingerenze e dall’inefficienza di Quaglia), che Croff non mi abbia mai permesso di parlare apertamente col Consiglio in merito a queste false accuse come avevo ripetutamente richiesto e che, in qualità di presidente, Croff non abbia mai risposto alle mie e-mail direttive dal marzo 2007, vi dà un’idea dell’atmosfera ostile e disfunzionale al vertice. Sono sicuro che con il suo ritorno il presidente Baratta, che ha più esperienza ed è più serio su queste materie, lavorerà velocemente per migliorare la situazione e renderla propizia agli sforzi artistici sinceri.

 

 

Pubblicato: 03 Aprile 2014

Adi Da Samraj

Direct from its widely acclaimed official participation in the 2007 Venice Biennale, the exhibition Transcendental Realism: The Art of Adi Da Samraj will be on display from 23 February to 22 June in the Cenacolo di Ognissanti. This is the first modern art exhibition to take place in the Cenacolo di Ognissanti.

The centerpiece of the exhibition is the monumental Alberti's Window I  (137 cm x 1,419 cm), a work of dazzling beauty. The title is a reference to Leon Battista Alberti, the Florentine architect and philosopher whose ideas on perspective and 'point of view' are a counterpoint to Adi Da Samraj's 'beyond point of view' transcendental art.

Alberti's Window I  is one of the artist's most ambitious works, in which Adi Da 'reverses' Alberti's paradigm of 'painting as window'. Rather than creating an illusion of perspective - an illusion that, ultimately, points back to the viewer (thereby reinforcing self-identity) - Alberti's Window I invites the viewer to relinquish self-identity by participating in a world free of perspective.

Renowned scholar and critic and curator of Adi Da Samraj's 2007 Collateral Biennale exhibition, Achille Bonito Oliva, notes "Adi Da's image-work constitutes an epiphany in the sense that it presents itself neither in objective nor in subjective terms. It doesn't belong either to the universe of the artistic search of the 20th century, the whole canon of optical-perceptual experimentation that was developed in the 1950s and 60s, nor on the other hand to an expressionist creation that tends to represent identity and subjectivity".

Adi Da Samraj ha partecipato alla Biennale di Venezia grazie all'organizzazione di Paolo de Grandis con lo staff di Arte Communications www.artecommunications.com

 

 

 

  1. Daniel Birnbaum direttore del settore Arti visive della Biennale di Venezia
  2. Date della 52. Esposizione Internazionale d'Arte
  3. Giurie della 51. Esposizione Internazionale d'Arte
  4. Evento al Fondaco Marcello

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