OPEN
Fonte: La Nuova
LIDO. Non c’è che dire: l’F104 dell’artista B.Zarro sta riscuotendo un successo incredibile sull’isola ancor prima che venga inaugurata l’ottava edizione di Open, la rassegna d’arte contemporanea cui partecipa anche il velivolo in uso fino a pochi mesi fa nell’Aeronautica Militare. La gente fa la fila per farsi fotografare a pochi centimetri da quel «Cacciatore di stelle» che prima si poteva solo vedere nelle basi militari. A due metri da terra appare più come un guardiano all’ingresso del Blue Moon, con adulti cui non sembra possibile toccarlo, bambini che lo guardano estasiati, senza scordare che comunque è stato strumento di guerra. Intanto l’artista B.Zarro ha promesso che tornerà in inverno al Lido per tenere una lezione d’arte ai bambini delle scuole materne che realizzano l’Open in miniatura. Proprio lui che fino a pochi anni fa era un consulente della Disney, poi abbandonata per dedicarsi all’arte moderna. (s.b.).
Il Giornale dell'Arte
OPEN2OO5
Fonte: Il Giornale dell'Arte
I dirimpettai della Biennale
VENEZIA. «Open 2005», rassegna di sculture all'aperto allestita al Lido, in otto edizioni si è rivelata una sorta di anti-Biennale: tanto sono fortemente concentrate sui linguaggi dominanti della contemporaneità le opere ai Giardini e all'Arsenale, quanto sono ecumeniche le proposte dei curatori «dirimpetta!», quest'anno Vincenzo Sanfo, Marisa Vescovo e Chang Tsong-zung. Tra lungomare, vie e piazze sfilano così, fino al 2 ottobre, autori legati al circuito delle gallerie d'avanguardia (da Pistoletto a Nunzio, da Tremlett ai giovani Perino & Vele, da Kosuth a Susy Gómez), che hanno lavorato su lastre di marmo in una sorta di «mostra nella mostra», ma anche autori più tradizionali, dall'astrattista Riccardo Corderò all'iperrealista J. Seward Johnson jr. (nella foto, «Marilyn forever»). Tra le partecipazioni internazionali i cinesi Yue Minjun e Wang Guanyi e una cospicua presenza sudamericana.
L'Intervista della domenica
Fonte: La Nuova
CHI E’. Curatore di mostre e ambasciatore
Dagli Usa all’Estremo Oriente inseguendo una passione
DOMENICA, 11 SETTEMBRE 2005
LIDO. Nato a Venezia nel 1957, Paolo De Grandis comincia la sua avventura nell’arte contemporanea nel 1984, quando organizza la mostra «Quartetto» che venne consacrata dai critici Achille Bonito Oliva, Alanna Heiss e Kaspar Koenig, testimoni del confronto realizzato all’epoca con talenti del calibro di Enzo Cucchi, Bruce Neuman e Joseph Beuys. Quest’ultimo era stato il maestro di De Grandis quando, terminati gli studi superiori, si era trasferito negli Usa per un corso di Business Administration. Presto capì la sua vocazione iniziando a girare l’America tra musei ed esposizioni. A 22 anni fece lo stesso in Europa trattenendosi 7 anni a Parigi, prima del suo esordio veneziano con Quartetto. Seguirono altre mostre, come il progetto del «Trittico della pace» che coinvolse i musei d’Arte Moderna di Dublino, Belfast e Kilkennym. Ha stretto legami con i paesi asiatici, fino a divenire curatore, commissario e organizzatore di numerose presenze alla Biennale. Tra le sue creature ci sono i marchi Pdg, Academia Foundation e infine Arte Communications attraverso la quale da sette anni organizza Open al Lido, esposizione che ha traslato anche a Hong Kong e Singapore mentre il prossimo anno sarà in Marocco e Cina. In Cina aprirà l’anno dell’arte italiana al Guilin Yuzi Paradise. E’ rappresentante dell’arte del Marocco per l’Europa, e la Provincia di Firenze gli ha commissionato per l’aprile 2006 l’organizzazione di una biennale d’arte moderna. A De Grandis anche il merito dello sviluppo dei progetti Venice Village e Sezione Giovani. (s.b.)
I giorni di Open
Fonte: turismo venezia
I giorni di Open
di Matteo Mazzato da Leo n. 30
Da ormai otto edizioni Open, l'esposizione internazionale di sculture e installazioni all'aperto che si tiene al Lido di Venezia, si propone come una lente d'ingrandimento sul rapporto tra opera d'arte e spazio. Uno spazio francamente reale, come l'architettura cittadina, e non costruito, adattato o idealizzato come spesso capita nella consuetudine. In Open vi è lo sforzo di calare le opere di artisti provenienti da tutto il mondo in un contesto urbano che esula da qualsiasi concezione museale, privilegiando una convivenza comunitaria non solo tra opere e artisti di varia formazione e nazionalità, ma anche una coabitazione tra vita di tutti giorni e arte. Il turista, così come il cittadino, la casalinga, il medico,il tassista e qualsiasi altra persona può venire a contatto diretto con la scultura o l'installazione, senza dover decidere, a priori, di entrare in un museo o in un altro luogo deputato all'arte, bensì continuando a compiere la propria consueta vita quotidiana. La manifestazione all'aria aperta del Lido, affronta concetti come la Contemporaneità del mondo, la dialettica lontananza/vicinanza e internazionalità /nazionalità.
In questa edizione 2005 l'attenzione dei curatori si può riassumere in tre concetti fondamentali: la materia/marmo, la lontananza/vicinanza, l'internazionalità/nazionalità. La materia/marmo quale elemento classico della scultura attraverso il quale operare un'analisi della contemporaneità. La lontananza/ vicinanza quale intento di completezza nella varietà dei paesi partecipanti, dall'estremo oriente al Sud America, all'Africa, agli Stati Uniti… senza esclusione di colpi, infine, il concetto di internazionalità/ nazionalità quale momento fondamentale di confronto tra una nutrita rappresentanza di artisti italiani ed altre culture. Una scelta particolarmente sentita anche in relazione all'esclusione del Padiglione italiano dalla 51° Biennale di Venezia tutt'ora in corso.
Open chiuderà domenica
Fonte: La Nuova
LIDO. Dopo due mesi in cui decine di opere artistiche hanno contornato l’isola, l’ottava edizione di Open chiuderà i battenti domenica sera. Una mostra che anche quest’anno ha avuto un ampio seguito di pubblico e copertura mediatica. Oltre 250 mila sono stati infatti i visitatori ufficiali stando alle piantine della rassegna distribuite all’info point di fronte l’hotel Des Bains, cui senz’altro se ne aggiungeranno molti che le opere le hanno ammirate di proprio conto. Un’Open che ha goduto di una copertura mediatica planetaria grazie a troupe televisive che hanno portato il nome di Arte Communications e del Lido un po’ ovunque, compresa la Cina e Singapore. «Un riscontro enorme è vero, che dimostra come piaccia questa formula e come il Lido stesso possa averne un rendiconto utile» spiega Paolo De Grandis, il padre e inventore di questa kermesse artistica, capace di portare sull’isola in otto anni 400 artisti tra i più famosi al mondo e provenienti da un centinaio di paesi. «Ci manca solo l’Oceania e abbiamo anche coperto tutti i continenti. Un palmares che si è arricchito con nomi del calibro di Chia, Sebastian e Johnson per citarne alcuni. Un Open che piace e che si integra sempre più con il tessuto urbano del Lido, che da questo punto di vista può cominciare a non invidiare più di tanto la vicina Venezia». Poco importa se alla fine si sono registrati il solito paio di atti vandalici verso le opere, perché Open ce l’ha fatta ancora anche se di ignoranti in giro ce ne saranno sempre. Ancora una volta tuttavia, sono mancati gli aiuti economici da parte degli enti che avrebbero potuto sostenere la manifestazione. «Ci basterebbe un centesimo di quello che viene dato alla Biennale per fare una cosa ancor più grandiosa» sostiene De Grandis, «e malgrado le promesse anche quest’anno gli aiuti si sono ridotti ancora di più. De Grandis si è poi incontrato con Municipalità e vigili urbani, e lo smontaggio delle opere si svolgerà da lunedì prettamente nel corso della notte, mentre già si lavora alla nona edizione che dovrebbe essere interamente dedicata all’arte della Cina. (s.b.)