2005 ArtReview Power 100 list
2005 ArtReview Power 100 list
1 (78) Damien Hirst – artista
2 (1) Larry Gagosian - dealer/gallerista
3 (13) François Pinault - proprietario di Christie’s/collezionista
4 (3) Nicholas Serota - direttore di museo
5 (2) Glenn D Lowry - direttore di museo
6 (22) Eli Broad - collezionista/filantropo
7 (5) Sam Keller - direttore di Art Basel
8 (11) Iwan Wirth – dealer/gallerista, Hauser and Wirth
9 (*) Bruce Nauman - artista
10 (34) David Zwirner - dealer/gallerista
11 (*) Herzog and de Meuron - architetti
12 (8) Roonald Lauder – collezionista/filantropo
13 (23) Richard Serra - artista
14 (5) Marian Goodman – dealer/gallerista
15 (6) Dakis Joannou - collezionista
16 (*) Brett Gorvy and Amy Cappellazzo International co-head per Christie’s
17 (*) Thomas Krens and Lisa Dennison – direttori di museo
18 (21) Marc Glimcher – dealer/gallerista, Pace
19 (17) Charles Saatchi - collezionista
20 (41) Neo Rauch - artista
21 (*) Bernard Arnault – collezionista –proprietario della Louis Vuitton – Moet Hennesy
22 (*) Richard Prince - artista
23 (19) Leonard Lauder – collezionista/filantropo
24 (*) Steve Cohen - collezionista
25 (12) Gerhard Richter - artista
26 (*) Tobyas Meyer – top contemporary person da Sotheby’s
27 (27) The Konig family - controlla bookstores e musei
28 (10) Takashi Murakami - artista
29 (31) Maja Oeri – collezionista e gestore dei fondi dello Schaulager
30 (26) Nicholas Logsdail – dealer/gallerista, Lisson
31 (49) Jay Jopling – dealer/gallerista, White Cube
32 (36) Barbara Gladstone – dealer/gallerista
33 (32) Armanda Sharp and Matthew Slotover – direttore di Frieze art fair
34 (*) Jeff Wall - artista
35 (*) Renzo Piano - architetto
36 (77) Simon de Pury and Michael McGinnis – auctioneers di Phillips de Pury and Co.
37 (*) Paul McCarthy - artista
38 (41) Gerd Lybke – dealer/gallerista, Eigen + Art
39 (45) Ed Ruscha - artista
40 (25) Peter Brant - collezionista
41 (40) Don and Mera Rubell - collezionisti
42 (94) John Baldessari - artista
43 (44) Paul Schimmel – chief curator al LAMOCA
44 (*) Robert Mnuchin and Dominique Levy – dealers/galleristi, L&M
45 (*) Marlene Dumas - artista
46 (46) Matthew Marks – dealer/gallerista e direttore di Armory art fair
47 (24) Adam Weinberg – direttore di museo Whitney, NY
48 (38) Sadie Coles – dealer/gallerista
49 (14) Rem Koolhaas - architetto
50 (57) Victoria Miro – dealer/gallerista
51 (88) Alfred Pacquement – direttore di museo, Centre Pompidou, Parigi
52 (*) Peter Doig - artista
53 (*) The Mugrabis family - collezionisti
54 (*) Anselm Kiefer - artista
55 (55) Lurhing and Augustine – dealers/galleristi
56 (42) Max Hollein – direttore di museo
57 (47) Ingvild Goetz - collezionista
58 (*) Chris Ofili - artista
59 (68) Thelma Golden – direttore di museo e curatore
60 (*) Philippe Vergne – chief curator al Walker
61 (59) William Acquavella – dealer/gallerista
62 (18) Jeff Koons - artista
63 (*) Allan Schwartzmann – art advisor
64 (*) Harald Falckenberg - collezionista
65 (*) Philippe Segalot – art advisor
66 (93) Gerhard Steidl - editore
67 (*) Iwona Blazwick – direttore di museo, Whitechapel
68 (75) Harry Blain and Graham Southern – dealers/galleristi, Haunch of Venison
69 (*) Howard Greenberg – dealers/galleristi
70 (61) Max Hetzler – dealer/gallerista
71 (72) Francesca von Hapsburg – collezionista/filantropo/proprietario di museo
72 (56) William Eggleston - artista
73 (9) Robert Storr – curatore/accademico
74 (*) Perry Rubinstein – dealer/gallerista
75 (20) Zaha Hadid - architetto
76 (*) Stefan Edlis - collezionista
77 (*) Alanna Heiss – direttore di museo/curatore, PS1
78 (*) Thaddeus Ropac – dealer/gallerista
79 (*) Ann Philbin – direttore di museo, The Hammer
80 (30) Daniel Bucholz – dealer/gallerista
81 (81) Maureen Paley – dealer/gallerista
82 (*) Schaun Caley Regen – dealer/gallerista
83 (50)Dela Cruzes - collezionisti
84 (85) Charles Esche and Vasif Kortun - curatori
85 (*) The Christos - artisti
86 (86) Hans Ulrich Obrist - curatore
87 (84) Spruth Magers – dealer/gallerista
88 (*) Richard Schlagman – editore, Phaidon
89 (82) Miuccia Prada - collezionista
90 (*) Christopher van de Weghe – art advisor
91 (*) Frank Dunphy – business manager di grandi artisti inglesi
92 (90) The Cisneros – collezionisti/filantropi
93 (*) James Lingwood and Michael Morris – curatori, Artangel
94 (*) Yvonne Force – art advisor
95 (*) Christian Boros - collezionista
96 (98) Harvey Shipley and Andre Schlectreim - curatori
97 (*) Rachel Whiteread - artista
98 (*) The Essels - collezionisti
99 (*) Tadashi Kawamata - curatore
100 (*) Sebastian Lopez – curatore
Alla Don Bosco la Casa da tè di Hong Kong
Fonte: La Nuova
Il governo di Hong Kong e Arte Communications hanno donato alla classe Azzurra della scuola elementare Don Bosco del Lido di Venezia l'installazione presentata all'ultima Biennale di arti visive dal paese asiatico. L'opera era stata esposta presso il Fondaco Marcelle, sede del padiglione di Hong Kong della Biennale, ed era stata occasione di una visita per gli alunni della Don Bosco.
Forte della collaborazione che si è instaurata tra la scuola — che nello scorso gennaio allestì «Openbimbi», prendendo spunto dalla mostra «Open» dell'isola — e la società presieduta da Paolo De Grandis, quest'ultimo ha convinto il governo del paese asiatico a donare l'installazione che rappresenta una tipica casa da tè orientale. Una rappresentazione stilizzata in rosso, bianco e blu che ora si trova in una delle aule della Don Bosco, assieme al paesaggio rovesciato — una veduta di Venezia — che sono stati realizzati rispettivamente dagli artisti Anothermountainman e Chang Yuk-keung.
Sono stati infatti donati tutti i materiali che costituivano l'allestimento al Fondaco Marcelle di Venezia: la plastica bianca, rossa e blu che rivestiva le pareti della casa da tè, sgabelli, tavolini, servizi da tè, vasi in alluminio e i sacchetti di carta. Un'architettura d'interni disegnata e con i colori tipici della cultura orientale.
(Simone Bianchi)

ATELIER APERTI/WORK IN PROGRESS
Fonte: Arte Communications
ATELIER APERTI/WORK IN PROGRESS
10 Artisti al Fondaco Marcello
Venezia, 9 > 20 dicembre 2005
L’Accademia di Belle Arti di Venezia presenta una selezione di 10 artisti al Fondaco Marcello, nuova sede espositiva per l’arte contemporanea inaugurata nel giugno 2005: un luogo di alta visibilità per rivelare la qualità delle ricerche artistiche in corso a un pubblico di eccezionale rilievo. La rassegna si apre infatti in concomitanza con “Modernità molteplici e Salon globale: dove i mondi dell’arte si incontrano”, il Simposio internazionale organizzato dalla Biennale di Venezia che vedrà riuniti per quattro giorni a Palazzo Franchetti, fra il 9 e il 12 dicembre 2005 critici d’arte, curatori, responsabili di musei ed esperti di economia dell’arte provenienti da ogni parte del mondo.
“10 artisti al Fondaco Marcello”, mostra ideata e curata da Gloria Vallese e Paolo De Grandis, è organizzata in collaborazione con la Biennale di Venezia. Rappresenta la continuazione di Atelier Aperti e Controluce, eventi collaterali nell’ambito della 51.Esposizione Internazionale d'Arte che nel corso dell’estate 2005 hanno rivelato a un pubblico stimato di quattromila visitatori l’Accademia di Belle Arti di Venezia come officina attiva ad ampio spettro nella produzione dell’arte contemporanea, dalle tecniche tradizionali alle nuove tecnologie. I dieci artisti del Fondaco Marcello provengono tutti da Atelier Aperti, e sono stati scelti fra coloro che, pur essendo intorno o al di sotto dei trent’anni, sono nella fase di un promettente avvio di carriera, con in attivo un curriculum già rilevante di mostre e premi. Ciascuno, sia pure con una necessariamente limitata scelta di opere, presenta una produzione originale ma in piena consonanza con il quadro attuale delle ricerche artistiche internazionali, sia che si tratti di pittura, scultura, fotografia, allestimento, o di nuove tecnologie digitali. Come a dire che Venezia, e più in generale l’Italia, non devono rivolgersi all’estero, come fin troppo spesso fanno, per trovare personalità artistiche nuove e di alta qualità: forse le hanno già in casa, ma le trascurano, o non lo sanno…
Da questo punto di vista, la concomitanza di questa mostra con il Simposio internazionale organizzato dalla Biennale di Venezia non è casuale: anzi, dopo il promettente avvio di collaborazione rappresentato dalle attività nell’ambito della 51.Esposizione Internazionale d'Arte, è un importante segnale di disponibilità a continuare il dialogo attuando quelle attività locali e permanenti di cui da tempo si parla, e che dovrebbero tornare a fare di Venezia un centro propulsore attivo, e non soltanto una sede espositiva, per l’arte presente. Per la promozione della nuova iniziativa, l’Accademia si è avvalsa del supporto di Arte Communications, la società veneziana di cultura presieduta da Paolo De Grandis e di Contemporanea, agenzia veronese di pubblicità e promozione eventi diretta da Massimo Anselmi.
Il Fondaco Marcello è un nuovo, affascinante spazio per l’arte contemporanea a Venezia: si tratta di un magazzino cinque-secentesco sul Canal Grande, suggestiva struttura in laterizio con colonne in pietra che sostengono monumentali capriate in legno, esempio di architettura funzionale di 400 mq circa che ricorda per tipologia l’interno delle Corderie dell’Arsenale. Restaurato e adattato a ospitare eventi di arte contemporanea, è stato inaugurato nel giugno 2005 in occasione della 51.Esposizione Internazionale d'Arte con la partecipazione collaterale di Hong Kong a cura di Paolo De Grandis.
GLI ARTISTI:
Martin Emilian Balint presenta AlfredHitchcock's Fetish, installazione spettacolare e barocca coi suoi duemila uccellini di carta ad origami, già esposta al Museo di Constanta (Romania) nel 2001, e due serie dì fotografie recenti, che testimoniano ironici, paradossali esperimenti di body art.
Primož Bizjac, fotografo di paesaggi urbani, presenta il trittico di Sarajevo, struggente sequenza di immagini notturne della città segnata dalla guerra, e una delle sue singolari immagini di una Venezia in eterno disfacimento-rifacimento, ripresa di notte dai cantieri di pulizia dei canali;
Alessio Bogani dipinge ad olio e acrilico figure in paesaggi di grande formato, nudi vulnerabili su sfondi dimessi, vagamente evocanti campi di detenzione o luoghi di confine;
Vania Comoretti sta legando il suo nome a livello internazionale a sequenze di ritratti che possono sembrare foto segnaletiche e sono invece eseguiti, con stupefacente maestria, a pastello e acquerello;
Resi Girardello interpreta la scultura con sottile ironia: filo di ferro, di rame, lamine metalliche compongono animali improbabili, o sono pazientemente tessuti per comporre abiti da non indossare;
Jaša Mrevlje traduce in pittura di grande formato vignette di libri per l'infanzia, quel mondo colorato e festoso da favola e da luna park misteriosamente incline a trasformarsi in incubo;
Elisa Rossi ha legato il suo esordio in pittura ad immagini di adolescenti all'interno della casa, colte nella tranquillità apparente di attimi leggeri: vestirsi, lavarsi, parlare al telefono;
Barbara Taboni usa il calco per dar corpo a una singolare installazione, basata sul piede umano;
Cristina Treppo esplora da tempo nelle fotografie e installazioni che compongono la serie Naturale/Artificiale, il labile, ambiguo confine tra organico e inorganico;
Dania Zanotto crea monumentali abiti-scultura di diversi metri di ampiezza, i cui materiali vanno dalla garza alle piume alla maglia di ferro.
L’arte moderna a caccia di pubblico A Venezia una gara sommersa fra fondazioni private, in palio c’è la Dogana
Fonte: La Nuova
Venezia e l’arte contemporanea, un amore difficile, nonostante la Biennale. Pur ospitando ogni due anni una delle rassegne più importanti del mondo nel campo delle arti visive, la città ha vissuto - soprattutto negli ultimi dieci anni - senza riuscire a fare sistema, un rapporto sofferto con le nuove forme di espressione artistica, ora riacceso dalla riapertura di Palazzo Grassi con la nuova gestione di François Pinault, inaugurata con la mostra Where are we going?, dedicata a una selezione delle opere di arte contemporanea della sua collezione, tra le più importanti del mondo. La risposta del pubblico è stata, finora, piuttosto tiepida - dopo il fuoco d’interesse iniziale - con una media di visitatori, che si sta attestando tra i mille e i millecento visitatori al giorno. Non pochi, in assoluto, ma certamente insoddisfacenti, se paragonati alle medie storiche di Palazzo Grassi, capaci - per le mostre di carattere archeologico - di sfiorare anche i quattromila visitatori al giorno. Il direttore artistico di Palazzo Grassi Jean-Jacques Aillagon, intervenendo oggi sulla questione su questo giornale, ricorda giustamente che sull’arte contemporanea si “rischiano” anche partecipazioni di pubblico minori rispetto a mostre legate a personalità entrate ormai nella storia dell’arte, ma non per questo si deve rinunciare a esporla e a proporla all’attenzione dell’opinione pubblica, e questo è ciò che la nuova gestione francese intende fare, valorizzando anche le scelte, in questo campo, del “padrone di casa”.
Il problema, però, resta, e a testimoniarlo ci sono anche i numeri - nettamente inferiori a quelli di Palazzo Grassi, anche se supportati da un battage mediatico decisamente più modesto nel proporre gli eventi - di due pur belle mostre d’arte contemporanea in corso in laguna come quella dedicata alla collezione di Pontus Hulten, a Palazzo Franchetti e quella di Hans Arp e Sophie Taeuber, organizzata dal Comune al Museo Correr. Regge solo la Collezione Guggenheim, che per la grande mostra su Lucio Fontana ha visto affacciarsi quattromila visitatori nei primi due giorni di apertura. Ma quello della Guggenheim sembra un meccanismo ormai collaudato, visto che la raccolta americana rivaleggia annualmente nelle presenze con le Gallerie dell’Accademia - cioè il secondo museo italiano per la pittura antica dopo gli Uffizi - e vanta uno “zoccolo duro” di pubblico, che arriva in laguna anche da oltreoceano perfettamente informato delle sue iniziative espositive e desideroso di assistervi. Proprio il caso Guggenheim - che deve le sue fortune in laguna anche a un livello medio molto elevato delle sue mostre, che non trascurano mai di abbinare intelligentemente la qualità delle opere a un loro valore di riscoperta o di riproposta - introduce un’altro dei temi “caldi” legati all’arte contemporanea in laguna. La stessa Guggenheim doveva costituire a Venezia un suo museo d’arte contemporanea - d’intesa con il Comune e il Demanio, proprietario dell’area - alla Punta della Dogana. Ma il progetto fallì, prima di tutto per il tiepido entusiasmo della città, che indusse la fondazione statunitense a diverse strategie internazionali di ricollocazione e a un rafforzamento della sua sede attuale di Ca’ Venier dei Leoni. E se a un palazzo veneziano ora la Guggenheinm guarda con interesse, quello è piuttosto il vicino Ca’ Dario, se si raggiungerà il ventilato accordo con la famiglia Gardini - che non riesce a venderlo - per farne un centro espositivo dedicato alla grafica. Ora la Punta della Dogana è entrata anch’essa nell’orbita-Pinault, soprattutto per volontà del Comune, che non ha una propria strategia sull’arte contemporanea (e nemmeno fondi per supportarla) e che vuole fare del magnifico complesso seicentesco un polo dedicato proprio alle nuove espressioni artistiche, basato soprattutto sull’esposizione stabile e a rotazione di opere della sterminata collezione dell’imprenditore francese, che non può trovare sede a Palazzo Grassi, destinato solo alle mostre. Ma se esse registrano cifre non esaltanti sul piano delle presenze, che esito potrà dare un museo imperniato in permanenza su di esse, senza altre attività collaterali a vivificarlo e rinnovarlo? E’ questa la domanda che è lecito farsi - se non si pensa alla Punta della Dogana, ora dismessa, solo a un problema da risolvere trovando all’edificio una funzione - e che forse ha spinto altri a interessarsi alla gara per la gestione bandita del Comune e che sembrava destinata solo a Pinault. Una cordata di collezionisti italiani capitanata dal critico d’arte Philippe Daverio prima. E, ora, a quanto sembra, un’analoga iniziativa patrocinata dalla Regione. Ma oltre alle opere, bisognerà pensare anche a un pubblico per esse.
ENRICO TANTUCCI
MOSTRA DI VENEZIA, PROSSIMA EDIZIONE DAL 30 AGOSTO AL 9 SETTEMBRE
Si svolgera' dal 30 agosto al 9 settembre la prossima edizione della Mostra del Cinema di Venezia, la numero 63. Ad annunciarlo sono stati il direttore Marco Muller e il presidente della Biennale, Davide Croff, ospiti del festival di Berlino, che si e' inaugurato oggi.
Entrambi hanno colto l'occasione per ricordare il successo riscosso dai film presentati lo scorso settembre al Lido: "Gli eccellenti risultati premiano anche noi, per un lavoro attento e profondo svolto sulle strutture organizzative, sull'eco mediatica, ma anche sulla tradizione della Mostra, premesse indispensabili per un buon programma e per un lungo protrarsi della vita dei film dopo la prima al Palazzo del Cinema. E' proprio questa combinazione tra passato e futuro, tra storia e innovazione, che all'estero rappresenta il nostro vero brand", ha detto Croff.
Sia il presidente della Biennale, che Muller parteciperanno alla cerimonia di consegna degli Oscar il 5 marzo, dove 6 dei film presentati a Venezia concorreranno con un numero record di nomination (23), tra gli altri, ''Brokeback Mountain'', ''Good Night, and Good Luck'', ''The Constant Gardener'' e l'italiano ''La bestia nel cuore'' di Cristina Comencini.