MUSICA, CINEMA, ARTE E MODA PER MALÌPARMI AL Fondaco Marcello a VENEZIA
Polly Paulusma, la cantautrice inglese considerata dalla critica mondiale la più interessante tra le nuove interpreti del folk/pop, sarà l’ospite straordinario di Malìparmi durante l’evento del 21 gennaio prossimo a Venezia.
Il primo lavoro discografico di Polly Paulusma, Scissors in my pocket (One Little Indian/Goodfellas) è stato acclamato dalla critica e il tour, terminato lo scorso novembre in Inghilterra, ha toccato il suo paese natale oltre che l’Italia e gli Stati Uniti dove è stata anche opening act per star del calibro di Bob Dylan e Coldplay.
Durante la serata, Malìparmi brand di accessori e abbigliamento donna, presenterà ad un selezionato pubblico di buyer e giornalisti la nuova collezione autunno inverno 2006/07.
Contestualmente alla sfilata verrà proiettato “Drop Design”, cortometraggio del regista Daniele Pignatelli, ispirato al tema della collezione “Bloom, Droog, Kitsch Design”. Il regista, che aveva già collaborato con l’azienda per l’iniziativa “Una Borsa a Regola d’Arte”, ha realizzato diversi cortometraggi presentati nei più importanti film festival internazionali; fra questi, “Amati Matti” ha ricevuto il premio della Critica al Festival del Cinema di Venezia nel 1996 e “Terzo° e Mondo” pluripremiato, che – con i costumi di Silvia Bisconti – ha conseguito anche il Kodak European Award for New Talents al Festival di Cannes 2003. Il regista e autore di cortometraggi e teatrale, ha maturato esperienze significative collaborando con artisti del calibro di Fabrizio De Andrè e suo figlio Cristiano, Enrico Ruggeri, Litfiba e Ligabue per la realizzazione di video musicali.
La serata evento di Malìparmi, che culminerà con il concerto di Polly Paulusma si terrà al Fondaco Marcello, ex magazzino di sete risalente al 1600 e recentemente ristrutturato, è un esempio di architettura industriale nel cuore di Venezia, tra i palazzi storici del Canal Grande.
Il Fondaco Marcello sinora è stato sede esclusivamente di mostre d’arte contemporanea e location di allestimenti per la Biennale d‘arte veneziana ed è la sede della società Veneziana ARTE COMMUNICATIONS.
Le Città: architettura e società
Fonte: La Biennale
La mostra si occuperà delle tematiche chiave che affrontano attualmente le città: dalla migrazione alla crescita, dalla mobilità allo sviluppo sostenibile. Prenderà in esame il ruolo degli architetti e dell’architettura nella costruzione di ambienti urbani democratici e sostenibili, e il loro collegamento con policymaking, governance e coesione sociale. La mostra presenterà città di portata globale, la maggior parte con popolazione superiore ai cinque milioni di abitanti. Narrerà le esperienze urbane di quattro continenti nel pianeta: Shanghai, Mumbai e Tokyo in Asia; Città del Messico, San Paolo e New York nelle Americhe; Lagos e Johannesburg in Africa; Beirut e Istanbul nell’area del Mediterraneo; e città europee come Londra, Berlino e Mosca, proseguendo con le regioni urbane della Catalogna e del Nord-Italia (Milano, Torino, Genova). Oltre alla presentazione di un panorama internazionale, la Mostra Internazionale di Architettura 2006 proporrà un manifesto per le Città del XXI Secolo – dedicato al potenziale delle città nel contribuire a un mondo più sostenibile, democratico ed equo.
La 10. Mostra Internazionale di Architettura coinvolgerà il suo pubblico con un tema di interesse generale specificamente contemporaneo. Coprendo più di 6.000 metri quadrati (la più vasta mostra al mondo dedicata alle città) negli spazi straordinari delle Corderie e dei Giardini della Biennale, sarà concepita per comunicare a un pubblico vasto e differenziato, con una grafica all’avanguardia, gigantografie di forte impatto, documenti visivi e sonori. La Mostra fornirà inoltre agli addetti ai lavori informazioni nuove e dettagliate sulle complesse problematiche che influenzano l’odierna crescita urbana: nuovi sviluppi nei trasporti, forme emergenti di governance urbana e nuovi paesaggi dell’edilizia residenziale, di luoghi di lavoro e istituzioni pubbliche che stanno dando forma al mondo contemporaneo.
Una serie di conferenze su questi fondamentali temi urbani – mobilità, luoghi di lavoro, casa, sostenibilità e vita pubblica – si terrà durante i tre mesi di apertura della Mostra Internazionale di Architettura (settembre-novembre 2006) con la partecipazione dei massimi esperti internazionali di infrastrutture urbane, pianificatori dei trasporti, policymaker e progettisti.
Rotella De Grandis Restany
Morto l'artista Mimmo Rotella
Fonte: http://www.tgcom.mediaset.it/



Morto l'artista Mimmo Rotella
Si è spento a Milano, aveva 88 anni
E' morto a Milano l'artista Mimmo Rotella. Lo si è appreso da fonti vicine alla famiglia. Rotella, che era ricoverato all'ospedale Fatebenefratelli del capoluogo lombardo, era nato a Catanzaro nel 1918 ed aveva 88 anni. L'artista, uno dei più grandi esponenti del Novecento, è divenuto celebre per il suoi décollages: quadri ottenuti con sovrapposizioni di manifesti strappati dai muri.
La biografia
Conseguita la maturità artistica presso l'Accademia di Belle Arti di Napoli, si stabilisce a Roma nel 1945. Dopo gli inizi figurativi e le prime sperimentazioni, Rotella elabora una maniera d'espressione pittorica di matrice neo-geometrica. La partecipazione alle esposizioni inizia nel '47 alla Mostra Sindacale di Arti Figurative e a tutte le annuali dell'Art Club fino al '51, sia a Roma che a Torino. Nel 1949, come metodo espressivo alternativo, inventa la poesia fonetica, detta dallo stesso 'epistaltica' (un neologismo privo di senso): un insieme di parole, anche inventate, di fischi, suoni, numeri e iterazioni onomatopeiche. La prima personale, con opere astratto-geometriche, è del 1951, alla Galleria Chiurazzi di Roma, esposizione che riscuote poco favore presso la critica.
Nel 1951 ha un primo contatto con gli artisti francesi, esponendo a Parigi al 'Salon des Realistes Nouvelles'. Tra il 1951 ed il 1952, ottiene l' assegnazione di una borsa di studio da parte della Fullbright Foundation, grazie alla quale può andare negli Stati Uniti in qualità di 'Artist in Residence', all'Università di Kansas City, realizzandovi una grande composizione murale ed incidendo poemi fonetici con accompagnamento di strumenti a percussione. Alla Harvard University di Boston si esibisce in una performance di poesia fonetica e ne registra altre per The Library Congress of Washington. Sempre nel 1952 realizza la seconda esposizione personale alla Rockhill Nelson Gallery di Kansas City.
Negli Stati Uniti ha, comunque, l'opportunità di conoscere i rappresentanti delle nuove correnti artistiche: Rauschemberg, Oldenburg, Twombly, Pollock e Kline. Tornato a Roma, nel 1953, ha un lungo periodo di crisi, durante il quale interrompe la produzione pittorica. Convinto che tutto in arte fosse già stato fatto, ha improvvisamente quella che egli stesso definisce "illuminazione Zen": la scoperta del manifesto pubblicitario come espressione artistica, come messaggio della città. Così nasce il 'decollage' (inizialmente collage), incollando sulla tela pezzi di manifesti strappati per strada, adottando il collage dei cubisti e contaminandolo con la matrice dadaista e dissacratice dell' 'objet trouve". Nel corso del 1955, a Roma, in una mostra intitolata 'Esposizione d'arte attuale', espone per la prima volta il 'manifesto lacerato'.
Alla fine degli anni '50, Rotella, già identificato dalla critica come esponente della 'Giovane Pittura Romana', è etichettato come 'strappamanifesti' o come 'pittore della carta incollata'. Di notte, armato di temperino, strappa non solo manifesti, ma anche pezzi di lamiera e di zinco dalle intelaiature delle zone d' affissione del Comune di Roma. Nel 1958 riceve a Roma la visita del critico francese Pierre Restany, con il quale inizia un lungo sodalizio. Utilizzando prodotti tipografici, fra il 1967 e il 1973 realizza gli Art-typo, prove di stampa scelte e riprodotte liberamente sulla tela. Con questo procedimento si diverte ad accavallare e sovrapporre le immagini pubblicitarie. Agli inizi degli anni Settanta esegue alcuni lavori intervenendo sulle pagine pubblicitarie delle riviste con l'impiego di solventi e riducendole o allo stadio di impronta (frottage) o semplicemente cancellandole (effa‡age).
Due anni dopo, nel 1972, pubblica una audace autobiografia dal titolo 'Autorotella'. Le 'Plastiforme' nascono nel 1975: manifesti strappati posti su supporto di poliuretano con l'intento di conferire loro una dimensione tridimensionale. Lasciata Parigi per stabilirsi a Milano (1980), negli anni Ottanta elabora le 'blanks' o coperture d' affiches: manifesti pubblicitari azzerati, ricoperti da fogli bianchi, come avviene per la pubblicità scaduta, secondo un'operazione concettuale. Nel 1984 riprende i pennelli ed i colori acrilici per realizzare il secondo ciclo di opere dedicate al cinema: Cinecittà 2. Nel 1992 riceve da parte del ministro della Cultura francese, Jack Lang, il titolo di Officiel des arts et des Lettres. E' invitato al Guggenheim Museum di New York nel 1994 in 'Italian Metamorphosis', ancora al Centre Pompidou nel 1996 in 'Face a' l' Histoire' e nel 1996 al Museum of contemporary art di Los Angeles in 'Halls of Mirrors', una mostra che successivamente viene portata in giro per il mondo, Roma compresa. Al cinema di Federico Fellini dedica nel 1997 il ciclo di opere 'Felliniana'. Nel 1996 l'inaugurazione di una sua mostra, primo caso in Italia, viene diffusa on line su internet.
Shanghai, Gianfranco Maraniello curatore...
Fonte: exibart.com
Sarà un'edizione particolare, la quinta edizione della Biennale di Shanghai. Sarà di fatto la prima edizione a simboleggiare veramente il boom economico con gli occhi a mandorla.
In una Shanghai elettrizzata -a pochi passi dall'appena inaugurato Moca, nei pressi della Piazza del Popolo- è stato annunciato il board curatoriale della prossima Biennale. E tra i sei curatori (tre asiatici, due europei e il direttore del Museum of Art che ospiterà la manifestazione) ci sarà Gianfranco Maraniello. L'ex curatore di Palazzo delle Papesse e Macro ed attuale direttore della Gam di Bologna, si gioca così alla grande la carta internazionale sul 'mercato' più avvicente del momento.
La Biennale, che si chiamerà Hyperdesign, è prevista per il 5 settembre 2006. E dunque si collocherà in un periodo di opening serrate nell'estremo est. Nel giro di una settimana, infatti, inaugureranno la Biennale di Singapore e quella di Gwangju.
...Biennale Arte... Simposio internazionale... 9–12 dicembre 2005...
Fonte: La Biennale di Venezia
Si svolgeranno a Venezia dal 9 al 12 dicembre 2005, presso l’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti - Palazzo Cavalli Franchetti, quattro giorni di conferenze, tavole rotonde e discussioni, che compongono il programma del simposio internazionale Modernità molteplici e Salon globale: dove i mondi dell’arte si incontrano, a cura di Robert Storr, direttore della 52. Esposizione Internazionale d’Arte che si svolgerà nel 2007.
L’obiettivo sarà di riesaminare le origini complesse e lo sviluppo della Biennale di Venezia, di considerarne funzioni e organizzazione attuali e di gettare uno sguardo al futuro, in un contesto in cui il modello da essa creato oltre un secolo fa - quest’anno la manifestazione veneziana compie centodieci anni - si è esteso a un centinaio di città e paesi, modificandosi inevitabilmente all’emergere di nuovi centri artistici, media diversi e con un pubblico enormemente più vasto e diversificato, dando origine a numerose forme specifiche di espressione artistica.
Oltre trenta relatori di provenienza internazionale tra docenti universitari, critici, artisti, direttori e curatori di musei contribuiranno all’ampio dibattito sulla proliferazione e trasformazione di un fenomeno che, di fatto, è nato proprio con la Biennale. A questi si aggiungeranno anche i direttori delle Esposizioni Internazionali d’Arte a partire dal 1988, che porteranno il contributo della loro personale esperienza.
Il simposio rappresenterà un’occasione di incontro e di riflessione, di autoanalisi e autocritica sviluppata nel luogo di origine, un forum di ricerca su un format espositivo molto influente ma sempre più problematico.
Sarà possibile seguire via Internet tutte le giornate del Simposio grazie al dispositivo [talksaver] basato sul software «E-pres», sviluppato da France Télécom R&D, grazie al quale la trascrizione degli interventi, effettuata contemporaneamente al loro svolgimento, potrà essere messa online in tempo reale in una pagina creata all’interno del sito web della Biennale, dando vita a un vero e proprio ipertesto.
Il ricorso a [talksaver] rappresenta un’occasione per approfondire alcuni degli obiettivi della nuova edizione di Sensi Contemporanei, il progetto a favore delle regioni del Sud d’Italia promosso dal Dipartimento per le Politiche di Sviluppo e di Coesione del Ministero dell’Economia e delle Finanze, dalla DARC - Direzione generale per l’Architettura e l’Arte contemporanea del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, e dalla Biennale di Venezia (d’intesa con le Regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia e Sicilia).
Il progetto di partnership operativa si realizzerà tra Sensi Contemporanei e cinque atenei, di cui tre nel Sud Italia (Università della Basilicata, Università della Calabria e Università di Palermo), uno a Parigi e uno a New York. Cinque gruppi di lavoro, uno per ogni università, composti da studenti, dottorandi e ricercatori, sotto la guida di un professore, lavoreranno all’elaborazione del thesaurus di definizioni riferite a un certo numero di termini relativi all’ambito dell’arte contemporanea.
Il 13 dicembre, sempre all'Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, si terrà il simposio “Visione, spazio e desiderio: prospettive globali ed ibridismo culturale”, a cura di Gerald McMaster. Per maggiori informazioni AmericanIndian.si.edu
Presentazione di Robert Storr
Nel 2005 la Biennale di Venezia compie centodieci anni. Per onorare questa occasione, la Biennale ospiterà a Venezia (dal 9 al 12 dicembre) una conferenza aperta a un insigne gruppo internazionale di storici dell’arte, curatori, critici e studiosi appartenenti ad altri campi del sapere (filosofia, antropologia, economia, sociologia, ecc.) oltre che ad artisti operanti con i media più diversi. Abbiamo inoltre invitato i direttori di tutte le Esposizioni Internazionali d’Arte della Biennale dal 1988 in avanti: la loro esperienza passata darà certo maggiore respiro al dialogo interdisciplinare, arricchendolo di una conoscenza diretta delle possibilità e delle difficoltà intrinseche in programmi artistici di così vasta portata.
La conferenza ha lo scopo di riesaminare le origini complesse e lo sviluppo della Biennale, di considerarne funzioni e organizzazione attuali e di gettare uno sguardo al futuro, in un contesto in cui il modello da essa creato oltre un secolo fa si è esteso a un centinaio di città e paesi, modificandosi inevitabilmente all’emergere di nuovi centri artistici, nuovi media e con un pubblico enormemente più vasto e diversificato. Questi fattori hanno avuto notevoli conseguenze dal punto di vista pratico ed estetico, infatti il modello espositivo nato a Venezia ed elaborato dalle istituzioni di tutto il mondo ha dato origine a numerose forme di espressione artistica specifiche. Questi quattro giorni di conferenze, tavole rotonde e discussioni rappresentano il contributo della Biennale all’ampio dibattito sulla proliferazione e trasformazione di un fenomeno che, di fatto, è nato proprio con la Biennale. In linea con tale intento, il simposio sarà un’opportunità di riflessione, autoanalisi e autocritica “nel luogo di origine”, un forum di ricerca su un format espositivo molto influente ma sempre più problematico.
Avendo lo scopo di affrontare l’intera, vasta gamma di temi proposti e di ascoltare il maggior numero possibile di pareri e opinioni, gli incontri saranno pensati come un colloquio tra varie intelligenze: invece di presentare una serie di relazioni e risposte accademiche tradizionali, l’organizzazione dell’evento ruoterà attorno a temi generali e a numerose presentazioni brevi, così da permettere ai partecipanti di introdurre idee e proporre temi e modelli di analisi nel modo più diretto e consono alle proprie esigenze, rimanendo aperti ai modi di una conversazione spontanea. All’ordine del giorno ci sarà solo ciò che si identifica esplicitamente con la struttura flessibile degli incontri. Gli organizzatori del simposio non vogliono indirizzare la discussione verso conclusioni preconfezionate: sperano, piuttosto, che la sostanza delle proposte e delle conversazioni daranno forma ai lavori man mano che la conferenza procede, aprendo così prospettive più ampie su creazione, ricezione e metamorfosi della presentazione istituzionale dell’arte contemporanea.